Baby SPA, maxi danni. Gli effetti delle ansie estetiche delle mamme sulle figlie

Se è vero che gli Stati Uniti sono il laboratorio delle nuove tendenze destinate ad attecchire in tutto il mondo, qualche volta c’è da star freschi. L’ultima notizia che fa cadere le braccia è la crescente diffusione delle Spa per ragazzine preadolescenti.

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Una alla volta, le 10 mila spa degli States, a cominciare da quelle legate ai grandi alberghi, aprono sezioni dedicate alle giovanissime che le mamme conducono a farsi il massaggio piuttosto che il make up.

Qui non si tratta del parrucchiere per bambini o del gioco furtivo di provare i trucchi o i tacchi a spillo di mamma davanti allo specchio, ma dell’imitazione seriosa dei consumi estetici degli adulti. Allo Hyatt Regency Huntingdon Beach and Resort di Los Angeles le pre teens si fanno le mani e le unghie avvolte in un accappatoio bianco come, in altra epoca, avrebbero fatto dopo i trent’anni.

Al Barton Creek Resort & Spa di Austin, Texas, puoi vedere madri e figliolette fianco a fianco sui lettini per ricevere lo stesso trattamento. Al Pinehurst Resort in North Carolina, la neonata Kid Spa offre la Twinkle Toes pedicure. Sulle crociere Carnival vanno molto i Fabulous Fruity Facials. Anziché giocare come tutte le bambine han fatto fin qui e cominciare a preoccuparsi del proprio aspetto solo quando viene l’età dei primi approcci con l’altro sesso, un numero crescente di fanciulle viene indotto dalle madri ad anticipare i tempi.

Se l’enfasi sull’aspetto fisico inducesse il sistema economico americano a modificare i prodotti alimentari, e dunque gli stili di vita, così da combattere l’obesità dilagante, niente da dire. Anzi, un applauso. In realtà, al danno dei Mc Donald’s, il sistema aggiunge la perversione delle baby spa. A consumo si somma consumo, a una cosa il suo contrario. Fosse fatto una volta nella vita di una ragazzina, amen: sarebbe un gioco. Ma con i giochi non si alimentano le industrie. Gli psicologi si sono già mobilitati per segnalare i danni che incombono su bambine considerate, e indotte a considerarsi, alla stregua di oggetti sessuali.

I sociologi già spendono lacrime su come si diffondano comportamenti così lontani dal femminismo. E tuttavia le prediche, in questo come in altri casi, rischiano di rivelarsi impotenti. Forse, nell’America dove il successo è tutto, si dovrebbe spiegare a quelle mamme, che vogliono per forza fare delle loro figliole delle accalappiatrici di maschi, quanto nella seduzione il fascino personale conti più delle unghie dei piedi laccate di nero in beauty farm: nel primo caso la futura donna avrà degli uomini, nell’altro dei feticisti.

Il tempo di “Piccole donne” e “Piccole donne crescono” sta cedendo il passo a cosa?

Informazioni su Albertina Marzotto 81 Articoli
Esperta di moda e giornalista di costume. Ex Product Manager del Gruppo Marzotto. Autrice del libro "L'abito fa il monaco?" edito da Mondadori.

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