Cinema: i migliori film del 2017

Non solo serie tv. Con la fine del 2017, è tempo di bilanci e le riviste specializzate, ma non solo, rendono omaggio ai film più apprezzati. Tutti pazzi dunque per il cinema di qualità, non sempre premiato al botteghino.

Tuttavia, oggi i confini tra sale, reti televisive e visioni in streaming sul web sono meno rigidi e gli stessi Cahiers du Cinéma celebrano il ritorno del “Twin Peaks” di David Lynch. Molti i titoli da ricordare: dalla Palma d’oro “The Square”, regia di Ruben Östlund, a “Personal Shopper” di Olivier Assayas e a “Loveless” di Andrey Zvyagintsev, Premio della Giuria all’ultima edizione del Festival di Cannes.

Tra i film più interessanti, vanno citati pure “Manchester by the Sea” (premio Oscar per l’interpretazione di Casey Affleck e per la sceneggiatura orginale), scritto e diretto da Kenneth Lonergan; “Jackie” di Pablo Larraín, con Natalie Portman, premio Osella per la sceneggiatura alla Mostra del Cinema di Venezia 2016 e nelle sale italiane nel 2017; “Dunkirk” di Christopher Nolan, che si confronta in chiave filmica con le dimensioni del tempo e dello spazio, tra Storia e reinvenzione bellica. Il tutto senza dimenticare la qualità del linguaggio visivo di Denis Villeneuve (“Arrival” e “Blade Runner 2049”), l’interpretazione di Isabelle Huppert in “Elle” di Paul Verhoeven (Golden Globe come miglior film straniero), il divertente “La La land” di Damien Chazelle (sei premi Oscar e Coppa Volpi veneziana a Emma Stone), “Moonlight” di Barry Jenkins, premio Oscar 2017 come miglior film.

Altri titoli imprescindibili risultano “L’altro volto della speranza” del maestro Aki Kaurismäki, Orso d’argento per la migliore regia al Festival di Berlino, e il singolare “Vi presento Toni Erdmann” (cinque European Film Award nel 2016 e in Italia nel 2017), in bilico tra commedia e dramma, per la regia della tedesca Maren Ade.

Da non dimenticare anche “Una donna fantastica” di Sebastián Lelio, Orso d’argento al Festival di Berlino 2017 per la sceneggiatura e con una significativa interpretazione di Daniela Vega, che vive nella realtà l’identità transgender raccontata nel film. E ancora, tra gli altri, “Nico, 1988” di Susanna Nicchiarelli (Premio Orizzonti a Venezia), “L’insulto” di Ziad Doueiri (Coppa Volpi per l’interpretazione di Kamel El Bash), “L’inganno” di Sofia Coppola (un racconto per immagini sulla crudeltà dell’essere umano e sulle ambiguità della giovane nazione americana), “Cuori puri” di Roberto De Paolis (opera prima presentata alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes), la commedia “Tutto quello che vuoi” di Francesco Bruni (tre Nastri d’argento), “La tenerezza” di Gianni Amelio (quattro Nastri d’argento) e “A Ciambra” della rivelazione Jonas Carpignano.

Da ricordare anche il riconoscimento per Jasmine Trinca, premiata come migliore attrice, per “Fortunata” di Sergio Castellitto, nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, e la capacità di confrontarsi con il reale e l’attualità (i migranti, la Libia e le responsabilità dell’Italia e dell’Occidente) da parte di Andrea Segre ne “L’ordine delle cose”.

Come sequenze simbolo di quest’annata cinematografica, si potrebbero citare l’alternanza di momenti narrativi e i primi piani di Natalie Portman in “Jackie”, nel segno dell’impossibilità di raggiungere la verità, nella sfera intima e nella dimensione storica, e le scene finali di “Silence”, regia di Martin Scorsese. L’avvicinamento progressivo della macchina da presa fino a svelare la croce sul petto del missionario perseguitato, quando viene sepolto, evoca l’irriducibilità della coscienza e il senso di un segreto che non può essere violato. Immagini da conservare, nel proprio immaginario, e da interiorizzare, in vista di una nuova stagione cinematografica.

Marco Olivieri
Informazioni su Marco Olivieri 26 Articoli
Giornalista professionista e dottore di ricerca, Marco Olivieri è autore della monografia “La memoria degli altri. Il cinema di Roberto Andò” (Edizioni Kaplan 2013 e 2017), curatore del volume “Le confessioni” (Skira 2016) e, con Anna Paparcone, autore del libro “Marco Tullio Giordana. Una poetica civile in forma di cinema” (Rubbettino 2017). Collabora con «la Repubblica» – edizione di Palermo, è componente del comitato scientifico di “Carteggi letterari le edizioni” e ha scritto saggi per la casa editrice Leo S. Olschki e articoli per «Cinema e Storia» di Rubbettino, «il venerdì di Repubblica», «Ciak» e «Doppiozero». Critico cinematografico e teatrale, si occupa di Uffici Stampa, Cultura, Politica, Società e Terzo Settore.

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