I social network funzionano come le banche

Per spiegare il funzionamento di un social network mi servirò di un parallelo audace, quello con un istituto di credito. Infatti, un network, social o business che sia, è come una banca.

Gli account (profili) degli iscritti corrispondono ai conti correnti.

Negli account non si versa denaro, ma dati (i nostri dati personali) che rappresentano la liquidità (il patrimonio) di un network. Con la liquidità (dati) i network investono in azioni di crescita (marketing) per generare utili (nuovi iscritti).

Come in una banca ci sono i conti correnti zero spese (account free) o flat (account premium).

Come in una banca ci sono dei servizi di investimento avanzati ( advertising, annunci, recruiting, email marketing) che variano da un network all’altro a seconda del posizionamento sul mercato.

Come in una banca ci possono essere dei servizi non visibili erogati ad una clientela selezionata (es: vendita dei dati personali a società di marketing).

Come in una banca si tutela la riservatezza dei clienti con meccanismi più o meno raffinati (cifratura dei dati sensibili, protezione dei server …).

Come in una banca si può decidere se concedere o meno credito (servizi a pagamento erogati gratuitamente, accesso a dati riservati, statistiche interne) ai clienti in base a parametri non sempre oggettivi, ma soggettivi (es: regalare un account premium ad un cliente famoso la cui presenza sul network può attirare altri clienti).

Come in una banca ci sono dei bancomat dai quali i correntisti (iscritti al network) possono prelevare (dati) in qualsiasi momento (es: esportare la propri rubrica contatti).

Come in una banca la pressione della politica aumenta con l’approssimarsi delle scadenze elettorali. Tale pressione è tanto maggiore quanto maggiore è il numero degli iscritti ad un network.

Per rendere concreto il parallelismo, associerò ai maggiori social business network i nomi di alcune banche.

Facebook è una banca universale, la più grande del mondo. Potrebbe essere la ex Chase Manhattan Bank, oggi JP Chase.

Twitter è una banca specializzata di elevato standing operativo. Potrebbe essere la Société Générale, la ”banca di sistema” francese.

Google Plus è una banca d’investimento di un gruppo multinazionale altamente diversificato. Potrebbe essere la Merril Lynch del gruppo Bank of America.

Linkedin è una banca d’affari mondiale. Potrebbe essere la Goldman Sachs.

Pinterest è una banca giovane, sbarazzina, che punta molto sull’immagine. Potrebbe essere la Che Banca! del Gruppo Mediobanca.

Le similitudini tra istituti di credito e social network non sono solo operative, ma anche sociologiche: come per le banche, anche per i network sta crescendo la percezione negativa da parte della gente a causa di costi occulti e crescenti (banche) e eccessiva frammentazione e dispersione dell’attenzione (social network).

Ma banche e social network sono ormai degli operatori di sistema, possiamo odiarli, ma non possiamo farne a meno.

Informazioni su Luigi De Falco 14 Articoli
Imprenditore e pilota da corsa. Fondatore di Outsider News, Presidente del Gruppo H2biz (H2biz, FashionBiz, MotorSponsor, H2biz Aerospace, Giano) e coordinatore della task-force italiana per l'area di libero scambio UE-USA.

1 Commento

  1. Grazie davvero.
    Non capivo, se non nebulosamente, come fosse possibile capitalizzare/”securitizzare” il lavoro dei social, e sei stato chiarissimo.
    Investire in ESEMPI, come in INFOGRAFICA: spero diventi trendy presto
    Buon Lavoro, alla prossima.

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