Il paradosso di Del Vecchio, l’ultimo imprenditore puro italiano in balia degli eredi

Da tutti, in Italia e all’estero, Leonardo Del Vecchio era sempre stato considerato il più saggio (e forse anche il più ricco) degli imprenditori italiani. E anche uno dei più straordinari: a differenza di molti altri ha fatto tutto lui. E’ un ex-Martinitt, collegio per orfani. Con le sue mani, in una sola generazione, ha messo su un gruppo che fattura quasi dieci miliardi di euro e che ne guadagna più di uno. Più di 80 mila i dipendenti sparsi per il mondo.

Luxottica è presente in quasi tutti i paesi (150), Stati Uniti compresi, e continua a comprare marchi del lusso e degli occhiali (che è il suo business iniziale). Tutto questo riuscendo a controllare strettamente il gruppo, di cui possiede oltre il 60 per cento.

Una storia invidiabile e che trova un parallelo solo in quella di Michele Ferrero con la cioccolata: la cosa buffa, fra l’altro, è che ogni anno c’è la gara per stabilire chi dei due sia l’italiano più ricco. Per il resto, cioè soldi a parte, i due sono diversissimi. Ferrero, quando decise di sposare la ragazza con cui era fidanzato, la invitò al ristorante e le disse: voglio chiederti in moglie, però ti devo prima dire una cosa. E non devi rispondere subito,  aspetta domani: devi sapere che ti parlerò di cioccolato per tutta la vita. La ragazza accettò, e tutto è filato liscio (oggi è la vedova più ricca d’Italia).

Del Vecchio, invece, ha avuto una vita sentimentale molto più complicata e spesso tutto ha rischiato di andare a rotoli a causa della sua passione per le signore e per la sua incostanza. Del Vecchio, da quanto si può capire, è uno che si stanca abbastanza presto dei suoi legami. Le signore gli sono sempre piaciute. Il risultato dei suoi travagli sentimentali è molto complesso. Tre mogli, di cui una sposata due volte, più un’amica riconosciuta e abbastanza stabile (per alcuni anni). Dall’insieme di queste tre signore (di cui solo due sposate davvero) ha avuto un totale di sei figli. Tre dalla prima, Luciana Negro, uno dalla seconda (e terza), Nicoletta Zampillo, e due (ancora piccoli) dall’amica Sabina Grossi.

La soluzione più ovvia, in vista della successione ereditaria, è stata quella di suddividere le azioni in parti uguali fra i sei figli, tenendo per sé l’usufrutto, cioè il controllo.

Ma poi in pochi giorni tutto gli si è rivoltato contro. L’amministratore delegato, Andrea Guerra, a un certo punto lascia l’azienda e se ne va per contrasti sulla gestione. A questo punto se ne nomina un altro, ma la moglie, Nicoletta Zampillo, entra in scena e lancia il sasso: vuole subito il 25 per cento della finanziaria che controlla il gruppo e vuole un amministratore di sua fiducia. Prevedibile rivolta di tutte le altri partì interessate.

E’ il caos. E un caos che non ammette soluzioni. La moglie si impunta perché, avendo due figli piccoli, teme che gli altri, una volta scomparso il fondatore, mandino a picco l’azienda. Ma gli altri ovviamente non vogliono essere privati di parte della loro eredità. Il nuovo amministratore delegato, in mezzo a questa tempesta, decide di levare le tende. E Del Vecchio ha dovuto trovare una soluzione al pasticcio da lui stesso messo in piedi. La più semplice (vendere tutto e dividere i soldi fra i sei figli) è quella che gli risulta insopportabile: sarebbe come vendere la propria vita.

Alla fine la Luxottica è stata fusa con la francese Essilor. Ma non è chiaro come andrà a finire. Oggi l’intero gruppo è controllato da una finanziaria lussemburghese che fa capo allo stesso Del Vecchio. Alla sua morte, però, il 25 per cento andrà all’attuale moglie e il resto sarà diviso fra i sei figli avuti da tre diverse signore. Sarà  una scommessa.

Giuseppe Turani
Informazioni su Giuseppe Turani 56 Articoli
Giornalista economico e Direttore di "Uomini & Business". E' stato vice direttore de L'Espresso e di Affari e Finanza, supplemento economico de La Repubblica. Dal 1990 al 1992 è editorialista del Corriere della Sera, del mensile Capital e dei settimanali L'Europeo e Il Mondo. Ha scritto 32 libri.

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