La lunga corsa dei Diamanti, dalle miniere alle vetrine di Tiffany

L’origine esatta dei diamanti si cela dietro il mistero e il fascino di una
gemma che, secondo gli antichi Greci, giungeva dai frammenti di una
stella caduti sulla terra. Altri invece credevano che fossero le lacrime
degli Dei.

La sua composizione in verità è molto semplice. Un comune carbonio che,
miliardi di anni fa, le forze elementari di pressione e calore trasformarono in diamante.

Oltre come gemma, il diamante è molto richiesto per usi industriali, a
causa della sua straordinaria durezza che lo rende indispensabile per la costruzione di seghe circolari, punte di perforatrici e componenti elettronici. La bellezza di un diamante dipende dal modo in cui esso riflette la luce e il tagliatore deve sagomare la pietra in modo tale che la luce penetri dalla parte superiore, rifletta all’interno e fuoriesca nuovamente dall’alto. La precisione e la raffinatezza con cui viene tagliato un diamante determinano la sua brillantezza, il suo fuoco e la sua bellezza.

I centri di taglio sono sparsi in tutto il mondo, i principali si trovano a
New York, Anversa, Tel Aviv e Bombay. Un diamante si giudica attraverso
quattro diverse caratteristiche che si combinano in molti modi determinando il valore della gemma. Sono dette le 4C: Carat weight (peso
in carati), Clarity (purezza), Colour (colore) ed infine Cut (taglio).

Come tutte le pietre preziose, il peso di un diamante è espresso in carati. La parola carato ha origine come unità di peso naturale: i semi dell’albero del carrubo. I diamanti erano per tradizione pesati con questi semi, fino a quando il sistema fu unificato ed un carato fissato a 0,2 grammi.

Punto di equilibrio del mercato industriale è la De Beers Consolidated Mines Ltd., che controlla circa il 75% della produzione mondiale di diamanti attraverso due importanti società che ne regolano la stabilità: la Diamond Producers Association e la Central Selling Organization.

La prima raggruppa la quasi totalità delle miniere, ed estrae dal sottosuolo solo quanto richiesto annualmente dal mercato. La seconda gradua nelle aste e nell’arco dell’anno la quantità di diamanti grezzi da trasferire alla lavorazione, secondo l’andamento del mercato.

E’ per questo che il prezzo dei diamanti non subisce mai flessioni e rimane stabile anche in difficili situazioni economiche, politiche e sociali che possono manifestarsi nel mondo Il diamante di qualità gemmifera e quello di qualità industriale sono immessi nel mercato in differenti canali. Nel primo caso vengono distribuite qualità di diamanti gemmiferi selezionate in particolari vendite dette “sighs“, il cui accesso è esclusivamente ad invito. Gli “sightholder” distribuiscono poi la merce e i grezzi ai “tagliatori“, quindi le pietre vengono inviate alle Borse ed ai grossisti.

I diamanti, oltre alla bellezza e alla rarità, hanno un altra caratteristica: rappresentano un investimento sicuro. Dal dopoguerra ad oggi, si può affermare che il mercato dei diamanti ha avuto solamente una unica inflessione negli anni ottanta. Per tutto il restante periodo i diamanti hanno sempre avuto una crescita annua che si aggira intorno al 4%. Ma investimenti di questo tipo nei nostri mercati ce ne sono molti, pertanto è importante vedere le differenze più significative tra il diamante e gli altri settori.

Il diamante è per sempre, è un bene che non si deprezza, che non deperisce e che non necessita di alcuna manutenzione; per la vendita dei diamanti esiste una apposita Borsa che ne regola il prezzo di mercato. Inoltre quotidiani specializzati (es. Il Sole 24 Ore in Italia) pubblicano settimanalmente i prezzi di listino comparato tra le principali Borse mondiali, come New York, Tel Aviv, Anversa, Tokyo.

Il valore del diamante è quindi dettato dalle caratteristiche inconfondibili che lo fanno rientrare in una determinata scala o categoria, valore indicato mensilmente dal listino Rapaport, cioè il listino ufficiale a livello mondiale sul quale si basano le contrattazioni delle vendite e degli acquisti del diamante. Ogni diamante comprato (fino a 5 Ct.) deve necessariamente rientrare in una di queste categorie, e quindi il suo valore e il relativo aumento sarà sempre verificabile.

Come sono cambiati i prezzi dei diamanti negli ultimi anni? La crisi dei mercati finanziari, il rallentamento degli acquisti negli USA prima, e la crisi del credito poi, hanno messo in difficoltà il settore? Ebbene qualcosa è cambiato…

Prima di tutto va detto che il diamante è un bene rifugio che non si presta alla speculazione, mentre rappresenta una ottima alternativa per un investimento di medio\lungo termine (non inferiore ai 5 anni). I diamanti oggetto di un investimento sono solo quelli di alta qualità per colore e purezza, tagliati in modo buono o molto buono, e corredati di un certificato che garantisce tutti gli elementi di ogni singola pietra, emesso da primari enti indipendenti riconosciuto ed accettato in tutte le piazze mondiali. I diamanti facilmente commerciabili non superano in termini di peso 1,5\2 carati.

Tra i vantaggi di investire in diamanti, oltre ad essere facilmente trasportabili e convertibili ovunque e in qualunque momento, posseggono il più alto valore per unità di volume ed un valore riconosciuto in tutto il mondo. Non sono soggetti a influenze politiche, economiche o valutarie, molto rari e di grande prestigio, nei secoli hanno rappresentato lo strumento principe sia per la conservazione sia per tramandare alle generazioni successive, le ricchezze delle più facoltose famiglie del mondo. Stante la scarsità del bene e la conseguente e progressiva diminuzione estrattiva, le quotazioni sono destinate ad un naturale incremento nel tempo.

Acquistato con regolare fattura, il diamante è un bene al portatore di libera circolazione, inoltre nel caso di rivendita, ai fini fiscali, la differenza tra il prezzo d’acquisto e il prezzo di vendita (capital gain) non viene sottoposta ad alcuna tassazione, permette infine all’investitore di mantenere l’anonimato. Le principali piazze sono Hong Kong, Ginevra e Anversa.

La Borsa Diamanti d’Italia (B.d.I.) è un’associazione fra commercianti e mediatori in diamanti e pietre preziose in genere, orafi ed affini. L’associazione non ha fini di lucro. La Borsa Diamanti d’Italia è stata fondata il 2 dicembre 1926 in Milano ed aveva la sua sede in Piazza Paolo Ferrari 10. La B.d.I. è composta da soci effettivi che sono ammessi al voto e posso ricoprire le cariche sociali, e dai Punti Vendita Qualificati.

Questi ultimi sono coloro che hanno un riconoscimento di competenza professionale, non hanno diritto al voto e non possono essere eletti alle cariche sociali. La Borsa Diamanti d’Italia è retta e amministrata da un Consiglio Direttivo composto da nove membri eletti dall’assemblea dei soci, con votazione segreta. Tale Consiglio si occupa, mediante un regolamento, dei diritti e doveri della Borsa Diamanti d’Italia.

Lo scopo di tale associazione è quello di dare ai propri soci una degna sede affinché possano promuovere iniziative che possono tornare utili ai soci stessi. La sede della Borsa Diamanti d’Italia si trova nel cuore di Milano in Via Torino 21, e nei suoi locali i soci possono incontrarsi tutti i giorni dalle 9:30 alle 17:00 (escluso il sabato e la domenica). La Borsa Diamanti d’Italia è affiliata alla Federazione Mondiale delle Borse Diamanti della quale fanno parte 22 Borse sparse in ogni parte del mondo.

Ogni due anni si tiene un Congresso Mondiale presso una di queste Borse al quale partecipano tutte le associazioni affiliate, per affrontare e risolvere insieme i problemi e le necessità della categoria che riguardano il commercio di diamanti. Durante questi Congressi vengono eletti il Presidente, il Segretario e gli altri membri del Consiglio della Federazione Mondiale.

L’industria dei diamanti ha un giro d’affari annuo superiore ai 100 miliardi di dollari e le previsioni sono di una forte crescita.

L’allarme è stato lanciato proprio lo scorso anno da uno dei gruppi che controllano il mercato mondiale: “I prezzi saliranno alle stelle” sostiene De Beers. Vedremo perchè nel mercato dei diamanti nulla è più certo dell’incerto.

Informazioni su Marco Blaset 150 Articoli
Giornalista economico della Federazione Svizzera e Direttore di Outsider News.

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