Disallineamento emotivo: l’urgenza di dirsi “Ti amo” e altre incomprensioni

Spesso accade di sentirci pervasi dal desiderio di comunicare una nostra sensazione al partner, ma non sempre vi è coincidenza fra il “nostro momento” ed il suo. Quante volte è capitato di telefonare a “lui” in preda all’urgenza emotiva di dirgli “amore ti penso intensamente, sei stupendo” e sentirci rispondere asetticamente “ciao, ti richiamo, sono in riunione”. Razionalmente ineccepibile, tuttavia emozionalmente raggelante!

coppia disallineata

In simili situazioni, data l’ovvietà, non si tratta certo di stabilire torti o ragioni. Tuttavia, a prescindere dallo stato “logistico” dell’altro, di per sé risolvibile,  (peraltro, anche contestualmente, è molto più superabile di quanto possa apparire) e’ importante comprendere accettare e rispettare il possibile disallineamento emotivo con il nostro desiderio di  romanticismo, riconoscendo al partner il diritto di esternare spontaneamente la propria all’individualità. Mediocri manifestazioni di insofferenza, risentimento, accuse, altro non suscitano in lui che il compatimento insito nella ricerca dell’alibi.

Un esempio? La riunione è terminata da tre ore e “lui” non ha richiamato. “Ma guarda questo”, pensiamo in preda allo sconforto, in prominente stato di vendetta. “Questa me la paga, adesso gliene dico quattro”, seguita dall’altrettanto classica espressione “chi si crede di essere?, altro non è che una reazione  impulsiva che, se palesata, sortisce nell’altro il solo effetto dell’indisponenza, precorritrice della sterile polemica. Impulsività ed efficacia sono inconciliabili.

Bandito lo  scadere  in  comportamenti squallidi e grezzi del genere richiamarlo per dirgli “accidenti perché non mi hai richiamata?”. Meglio evitare.

Personalmente, mi diverto nell’ individuare con “perfida malizia” il dispetto più consono al punto debole del “destinatario” e appalesarlo con disarmante grazia.

Il concetto di disallineamento emotivo è spesso frainteso con la mancanza di amore ed è causa di sconcerto… il migliore amico del dolore per adire al conflitto.

Dallo sconcerto al litigio trascorrono ben pochi secondi… Ed ecco che l’incoerenza si impadronisce di noi… Quante volte a fronte di una situazione simile a quella sopracitata, che ricordo essere stata esortata da un sentimento di “venerazione”per “lui”, emerge  la tanto consueta, quanto incoerente, tipica lamentela femminile “ti sento distante!”: ops, qual era il motivo per cui l’avevamo chiamato per esprimegli la nostra ammirazione? Se siamo state sincere e spontanee, scevre dall’idea di escogitare uno stratagemma per “far cascare l’asino”è il caso di frenare la tendenza al qualunquismo. 

Poiché è noto che ad un’azione, corrisponde una reazione, non tarderà certo a manifestarsi da parte del nostro partner, l’immediata, evasiva e difensiva risposta: “non è vero!”, che, tradotta contestualmente,  è l’emblematica espressione antistante l’estremo tentativo maschile di evitare la zotica frase “non mi rompere le scatole”. Quando si dice capovolgere e far degenerare una situazione.

Come ovviare alla sgradevole sensazione di percepirci “inopportune” a posteriori di uno slancio oggettivamente gratificante, scaturito peraltro da una manifestazione da parte di lui? (Doveva aver fatto qualcosa di speciale per meritarsi di essere considerato splendido…) Evitare questo genere di iniziative? No, reprimerci equivale alla  mortificazione del  nostro entusiasmo. Reiterare il nostro comportamento “gratificante” nella speranza che “questa volta sia diverso”? Penso sia sconsigliabile utilizzare la “matrice” di un insuccesso. E allora?  Che ne dite di ripristinare l’antica usanza della scrittura di lettere su pregiata carta personalizzata, impregnata del nostro profumo? Beh, forse ho un po’ esagerato – sono un’inguaribile romantica –  tuttavia, aggiornando il concetto, possiamo considerare che abbiamo a disposizione la magnifica possibilità di scrivere e, grazie alla tecnologia, di inviare simultaneamente le nostre emozioni. Non mi riferisco agli sms, che considero elementi di distrazione quasi equiparabili alla telefonata, bensì  a email o messaggi privati che, grazie alla discrezione della differita, possono essere letti in altro momento, a discrezione del destinatario, preservando l’autenticità emotiva del “nostro” momento. Aspettare il “suo” momento giusto per esternare un pensiero in noi divampante equivarrebbe  a privarlo di significato. Sono una fervida sostenitrice dell’emozione in diretta!

Questa mattina, mi è sopraggiunta l’idea, dell’apertura di un diario virtuale dedicato a “lui”, nel quale scrivere tutti i nostri pensieri/emozioni che  lo/ci riguardano. Non deve necessariamente esserci coerenza fra un messaggio e l’altro se segue l’onda emozionale deve essere “vero”.

Daniela Cavallini
Informazioni su Daniela Cavallini 10 Articoli
Scrittrice formatrice e pittrice. Gestisce la rubrica “Legge di Attrazione” per il quotidiano on line Lavoce.be

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*