Brand globali: è Ferrari il primo al mondo. Anatomia di un successo

Ai fanatici dell’autocommiserazione e agli ultrà della mediocrità questa notizia passerà semplicemente inosservata. Ma a chi ama la bellezza (in ogni sua forma), la creatività e il “genio”, sapere che il “marchio più forte al mondo” appartiene ad un brand italiano, riempie di orgoglio e speranza. Una speranza che si chiama Ferrari. A stabilirlo è il rapporto “Brand Finance Global 500”, presentato al World Economic Forum di Davos, in Svizzera. Nel documento che attribuisce un “peso” (valore dell’influenza) ai brand mondiali, la Ferrari si è posizionata al primo posto, come accaduto quattro anni fa.

I fattori del successo Ferrari

Ciò che ha fatto la differenza sul rafforzamento del marchio Ferrari, come spiega il Rapporto, è stato l’annuncio di investimenti strategici che puntano alla creazione di 15 nuovi modelli (alcuni ibridi). Altro punto di forza che ha fatto scalare posizioni in classifica alla Casa di Maranello riguarda il buon andamento delle vendite. A maggio dello scorso anno era stata smaltita tutta la produzione 2018 e parte di quella successiva. Ferrari supera, così,14 tra i brand più forti in assoluto (con rating AAA+) come Rolex e Coca Cola. Il Cavallino rampante raggiunge un valore di mercato di 8,3 miliardi di dollari, in crescita del 27%.

Il marchio più influente

Per Massimo Pizzo, a capo di Brand Finance in Italia, “come primo produttore al mondo di auto di lusso, Ferrari ha un livello di riconoscimento indiscusso per design e innovazione”. Un brand che è in grado di estendere il suo peso “al di fuori del settore auto”. L’analisi del “Brand Finance Global 500” ha tenuto conto di tre parametri: l’attività di marketing, il ritorno d’immagine e quello economico. Alla fine ciò che emerge è che la Ferrari è anche meglio di McDonald’s, Coca-Cola, Lego e Disney e di altri 405 brand del pianeta con un punteggio dell’indice di forza (BSI), come viene chiamato, passato da 91,5 a 94,8 nell’ultimo anno. In un mondo sempre più globalizzato, un paese come l’Italia dovrebbe trarre esempio e spinta motivazionale da questo risultato. Basta esaltare le cose che non vanno e parlare poco di quello che funziona. E basta pensare di non poterci più considerare un paese competitivo. Da sempre all’Italia è associata l’immagine del lusso e della bellezza: turismo, arte, artigianato, moda, e auto rappresentano il nostro punto di forza su cui investire nel presente e nel futuro. Dovremmo essere più consapevoli della nostra forza e lavorare di più sui nostri pregi, invece che lamentarci ed esaltare i nostri difetti. Anche perché il mondo continua a correre e non esiste solo la Ferrari.

Il primato di Amazon

Oltre alla classifica che calcola “l’influenza di un marchio” rispetto ai competitor e che ha decretato il primo posto della Ferrari, esiste anche quella del “brand value”, cioè il valore economico del marchio. Qui sono i brand tecnologici a farla da padrone e a battere tutti è Amazon con l’impressionante cifra di 187,9 miliardi di dollari, 30 miliardi più di Apple. Mentre Google si piazza terzo, seguito da Microsoft. Nella classifica dei marchi più importanti al mondo dal punto di vista del valore economico si fanno sempre più strada i brand cinesi. Tra questi segnaliamo iQiyi (competitor di Netflix) che ha segnato il primato di azienda con la crescita più veloce (+326%) in un anno. Mentre la crescita di Netflix, seppur straordinaria, si è attestata ad un +105%. Facebook, infine, conserva il settimo posto della classifica, ma con un calo dell’11%.

Giuseppe Lanese
Informazioni su Giuseppe Lanese 12 Articoli
Giornalista professionista, comunicatore e formatore. Collabora con Tiscali News ed è Responsabile Cultura dell'agenzia di stampa Primapress. Responsabile comunicazione dell'Ufficio Scolastico del Molise. Fa parte della rete dei Referenti del MIUR per le attività del Piano Nazionale Scuola Digitale ed è Componente del Cantiere nazionale Scuola Digitale di ForumPA. Collabora, come Cultore della materia, con l’Università Telematica Pegaso per il corso di “Comunicazione digitale e social media” ed è Cultore della materia per il corso di "Educazione degli Adulti" presso l'Università LUMSA di Roma. Dal 2016 è Consigliere del direttivo nazionale di AICA con delega ai rapporti con i media. E' autore di “Non è mai troppo tardi – Abc della scuola buona che comunica” (Magi Edizioni) 2016.

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