Giovanni Tamburi (TIP): “Saremo fuori dalla crisi entro la prossima estate”

Come e quando usciremo dalla crisi e quale impatto avrà su investimenti e imprese? Abbiamo girato queste domande al banchiere d’affari Giovanni Tamburi, Presidente e AD di Tamburi Investment Partners (TIP), il più grande investitore privato italiano in società di medie dimensioni con asset in gestione per 3 miliardi di euro.

Quali conseguenze economiche ha portato al merchant banking l’emergenza sanitaria del Covid19 in Italia?

Per ora nessuna. Il nostro mestiere ha sempre bisogno di tempi lunghi per cui per ora non si è visto niente di rilevante. L’unica operazione che si può far entrare in una nuova logica e’ l’Opa parziale su Guala dove, a causa del prezzo basso è scattata l’offerta, peraltro con un buon premio, ma il mercato ha colmato il gap in pochi giorni.

Tre passi che si sente di consigliare agli investitori di fare e 3 di non fare in questo periodo.

– Aspettare che si chiariscano le prospettive almeno del 2020 prima di effettuare acquisti.
– Selezionare aziende che abbiano comunicato con chiarezza come hanno affrontato la crisi sanitaria e come hanno impattato le chiusure su di loro.
– Guardare bene i settori che certamente possono beneficiare della svolta impressa dal Covid, anche se sembrano già care.

I “non”

– Non guardare ai prezzi bassi come indice di un più probabile recupero delle quotazioni.
– Non guardare alle banche, almeno per ora.
– Non dar troppa retta alla analisi tecnica.

Quanto durerà la crisi economica secondo Lei?

Dipende dai settori. In generale, se il mondo non si ri-blocca per recrudescenze del Covid secondo me entro l’estate del 2021 ne siamo fuori, anche se i mercati lo anticiperanno.

Nella situazione attuale consiglia alle aziende in crisi il Turnaround Management?

No, ogni azienda deve avere uno stile di mgt in linea con la propria cultura, specie in un paese come il nostro. Più molte aziende sono di fondo sane, alcune avranno anche soldi in più per sanare i buchi di fatturato, per cui se la possono cavare senza grandi stravolgimenti.

Potete assistere nell’analisi SWOT di pianificazione strategica per ricollocarsi sul mercato?

Noi facciamo queste cose per le partecipate o, a volte, quando valutiamo se prenderne una quota, non come servizio a terzi.

Quanto conviene acquisire aziende in crisi oggi e la situazione attuale porterà ad un incremento delle acquisizioni?

Noi siamo sempre stati più disposti ad investire in società sane che volevano accelerare la propria crescita o togliersi vincoli nella proprietà (passaggi generazionali, private equity in uscita, ecc) più che puntare sulle aziende in crisi. Nel solo caso di M&C abbiamo partecipato a processi simili. Anche adesso stiamo riflettendo sull’opportunità di entrare in questo settore, ma è un mondo difficile, delicato, con regole sue. Con ruoli spesso molto rilevanti di banche, tribunali e commissari di vario genere.

Oggi in quali settori è più opportuno investire?

Per noi dove c’è un potenziale di consolidamento delle attività. Dove ci sono concorrenti da unire, filiere e distretti da razionalizzare. Insomma il nostro mestiere storico dell’M&A. Lo sanno in pochi ma le sole nostre partecipate hanno effettuato, dal momento del nostro ingresso nel loro capitale, oltre 100 operazioni di M&A, un numero pazzesco per il sistema industriale italiano. Numero che poi è il segreto degli alti ritorni che finora T.I.P. ha dato, visto che con l’M&A 1+1 fa quasi sempre più di 2.

Vi sarà un incremento dell’utilizzo di Dark Pool da parte degli investitori istituzionali e questo potrà portare al “Front Running” dell’HTF (High Frequency Trading)?

Non lo so, di certo gli algoritmi sono sempre più usati. Però la forte volatilità di queste settimane li sta mettendo a dura prova.

Secondo Lei esiste un rapporto tra intelligenza tradizionale, intelligenza emotiva e prosperità economica personale?

Ma certo ! L’intelligenza è tutto. Sempre. E vedrà che anche quella artificiale, come gli algoritmi, sarà sotto pressione e darà grandi sorprese, anche negative.

Warren Buffet ha detto: “Un buon investimento in un indice azionario può fornire rendimenti interessanti senza troppi sforzi”. Lei è d’accordo?

Certo, ed infatti gli strumenti passivi sono sempre più diffusi, costano poco e sempre più di frequente battono i teorici migliori gestori. Noi stessi come Tip stiamo diventando un indice per tanti stranieri che, piuttosto che analizzare società per società, comprano il nostro titolo, che peraltro ha dato, nel medio termine, dei rendimenti tra i più alti dell’equity quotato in Europa.

Sempre secondo l’Oracolo di Omaha “Investire è semplice, ma non è facile”. Cosa significa?

Che basta schiacciare un bottone per acquistare o vendere qualcosa, ma arrivare ad avere dei buoni ritorni e’ difficile. Molto difficile.

Quali titoli azionari shorterebbe subito domattina e su quali andrebbe lungo?

Non posso fare nomi. L’etica del mio lavoro me lo impedisce.

Quali sono i nuovi trend del private equity in Italia?

Il primo è che tutti gli operatori che hanno usato molto la leva finanziaria avranno problemi e apriranno spazi. Infatti i fondi quasi sempre non possono investire ancora in società che hanno già in portafoglio per cui devono trovare altri, anche per fissare un prezzo ed evitare conflitti di interesse. Non solo ma queste crisi allungano i tempi di uscita per cui altri problemi. Per cui ci saranno tanti deal generati da operatori del private equity. Poi di certo ci saranno molte ristrutturazioni, turnaround, crisi strutturali che daranno vita a fusioni.

Perché Lei consiglia il mercato MTA Expandi? 

Perché è il posto giusto per le medie aziende ambiziose.

Come determinare il VaR (Value at Risk) massimo da settare oggi per gli investimenti?

Non sono mai stato favorevole a fissare paletti precisi per tutte le aziende e tutti i settori. Da noi non ci sono gli IRR, gli Hurdle Rate o cose simili. Una delle regole di base di una casa di investimenti che vuole cercare di fare meglio degli altri è proprio quello di ragionare con altri parametri, di cercare di uscire dal gregge. E’ una cosa non facile, dura, che si fa fatica a spiegare anche all’interno della stessa nostra società, ma che se alla fine funziona, riesce a fare la differenza.

Giorgio Nadali
Informazioni su Giorgio Nadali 16 Articoli
Giornalista e docente di "Comunicazione e Successo" e "Religioni e Società" c/o Università UniTre, Milano. Titolare di "Giorgio Nadali Giornalismo, Coaching, Formazione". Autore di 14 libri pubblicati con 7 Editori. 2 libri presenti c/o Università di Harvard, USA. Performance Executive Coach per aziende. Ha pubblicato nel 2017 “Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro, Edizioni Segno, Udine, 2017 e “Chi non si accontenta gode. Accontentarsi della mediocrità è un “crimine”. Scopri le tue capacità per avere ed essere di più”, Lampi di Stampa, Milano, 2018. Il suo nuovo libro è “Talento e Fortuna. Strategia, Psicologia e Spiritualità del Talento e della Fortuna”, Edizioni Segno, Udine, 2020. Ha realizzato servizi e articoli per: Focus, Forbes, Stop, Vero, GQ, Vanity Fair, Luxuo, Rivista Donna, Economy Mag, Fortune Italia, Economia Italiana, Maxim, Esquire, Notizie Nazionali, MarkUp, Inews Swiss, Il Giornale delle Partite IVA, Il Giornale delle Piccole e Medie Imprese, 24 Ore News, Beesness, Voglio vivere così! Magazine, Start Franchising, Global Franchise, QC Magazine, Donna Dominante, Cessari Luxury Magazine, Milano Today, Affari Italiani, Miracoli, Maria, Airone, Jesus, Radici cristiane, Il mio Papa, Vita, Santità, La Voce d’Italia, Ipus News, Tempi, Playboy, Popoli, Mens’ Wall, Studi cattolici, Time is Now.