Coronavirus: i numeri reali di una Pandemia tutta mediatica

Il contagio da Coronavirus continua a crescere e l’Italia sembra essere diventata l’untore d’Europa da cui tenersi lontano. I dati forniti dal Ministero della Salute indicano che sono salite a 888 le persone contagiate dal nuovo coronavirus Sars-CoV-2 in tutto il Paese e l’esito vede 46 persone guarite mentre sale a 21 il numero dei deceduti, prevalentemente persone anziane che presentavo già altre patologie.

Inoltre, per evitare errori di valutazione e di incidenza sulle statistiche relative alla diffusione del virus, sarà compito dell’ISS, l’Istituto superiore di sanità, da oggi confermare o no, se i decessi siano provocati dal Coronavirus o da malattie pregresse alle quali si è aggiunta l’infezione da coronavirus.

Stando alle fonti ministeriali e al bollettino emesso ogni giorno che fa il quadro della situazione del contagio, i pazienti ricoverati con sintomi sono 345 e di questi, 64 sono in terapia intensiva, 412 sono asintomatici e si trovano in isolamento domiciliare fiduciario.

L’aggiornamento del Ministero alla conferenza stampa di venerdì 28 febbraio alle 18 conferma che il numero dei contagiati nelle Regioni è così ripartito: 531 casi in Lombardia, 151 in Veneto, 145 in Emilia-Romagna, 19 in Liguria, 11 in Piemonte, 8 in Toscana, 6 nelle Marche, 4 in Sicilia, 4 in Campania, 3 nel Lazio, 3 in Puglia, 1 in Abruzzo, 1 in Calabria e 1 nella Provincia autonoma di Bolzano. I dati comunicati dal Commissario per l’emergenza della Protezione civile Angelo Borrelli, insieme con il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, sono stati accompagnati anche dall’annuncio di due nuove ordinanze.

Le due nuove ordinanze

Borrelli ha spiegato che la prima definisce l’affidamento all’ISS della “sorveglianza epidemiologica e virologica” in modo da avere dati standardizzati e omogenei validi per tutto il territorio italiano; la seconda verte al potenziamento dei dispostivi di ventilazione per gli ospedali. 

Borrelli ha, inoltre, sottolineato che dall’ISS è arrivata oggi la conferma dei 383 casi esaminati e inviati dalle Regioni a conferma della validità dei test che sono stati effettuati dai laboratori sul territorio.

Il contagio scoppia a Lodi

Che il contagio non si stia fermando lo prova un ulteriore scoppio dell’emergenza a Lodi avvenuto nella notte fra giovedì e venerdì. Secondo quanto diffuso dall’Ansa che ha riportato le dichiarazioni fatte a “L’aria che tira”su La 7 dal presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, nel pomeriggio del 27 si è verificato un incremento di ricoveri al nosocomio di Lodi con 51 pazienti gravi e 17 di questi portati in terapia intensiva.

Intanto cosa ci dice la scienza e la ricerca in corso in Cina?

Un documento del Chinese Centre for Disease Control and Prevention (Ccdc), pubblicato sul “Chinese Journal of Epidemiology”, il Covid-19 metterebbe a rischio maggiore di contagio anziani, pazienti già con altre patologie e persone di sesso maschile, ma nell’80% dei casi provocherebbe un’infezione lieve.

Sono stati analizzati oltre 72.300 casi di Covid-19 in Cina da quando è partita l’epidemia fino all’11 febbraio scorso. Le analisi hanno dimostrato che l’80,9% sono infezioni lievi, il 13,8% gravi e solo il 4,7% critiche.

Il tasso di mortalità si è attestato in generale intorno al 2,3%.
Inoltre, 1.023 decessi hanno interessato principalmente pazienti ultrassessantenni o con altre patologie presenti quali l’ipertensione, le malattie cardiovascolari e il diabete. Nessun decesso risulta tra i bambini mentre dal punto di vista del “genere” gli uomini hanno fatto registrare più decessi con il 2,8% rispetto alle donne con 1,7% di casi.

Come per la Sars e la Mers, anche per il Covid-19 esiste un grande rischio potenziale di contagio per il personale medico, tra i quali si sono registrati 1.716 casi confermati.

Importante è il fatto che i ricercatori ritengono che la discesa della curva epidemica complessiva confermi che l’isolamento di intere città, la promozione di comportamenti di igiene personale e di richiesta di cure e la mobilizzazione di squadre di risposta rapida in più settori, stia aiutando a controllare l’epidemia.

In conclusione, gli esperti ritengono che anche se l’epidemia appare in declino, è prevedibile una ripresa dei casi di contagio quando saranno molti a tornare al lavoro e a scuola in Cina.

Da noi in Italia stampa e istituzioni hanno gestito malissimo l’emergenza, minimizzando il rischio all’inizio ed esagerandone la portata dopo col risultato che i danni economici per il sistema paese rischiano di diventare strutturali.

MiriamPaola Agili
Informazioni su MiriamPaola Agili 5 Articoli
Giornalista freelance dal 1989, "professionista" dal 2002, addetto stampa e consulente per la comunicazione per diversi clienti privati e con l'associazione ANDI Pavia per 7 anni. Ha fondato AgipaPress che dirige dal 2000; ad oggi ha 4 collaboratori. Ha lavorato 13 anni con il quotidiano pavese come collaboratore esterno, da sola coordinandosi con i capiredattori della città, dell'Oltrepò e della Lomellina, avviando e mantenendo per 8 anni aggiornata l'inchiesta sulla Fibronit di Broni conclusasi con una lunga vertenza legale.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*