Natale e Capodanno senza brindisi sono l’ultima immagine di un 2020 che il settore vitivinicolo non lascerà alle spalle facilmente. Si stima che solo un’azienda su 10 vedrà crescere il proprio business, mentre per oltre 7 imprese su 10 il saldo negativo sarà da considerarsi inevitabile.
La sofferenza del canale Ho.Re.Ca., con alberghi, ristoranti e winebar in ginocchio a causa dell’emergenza sanitaria, la crisi del dettaglio specializzato e il calo delle vendite dirette in cantina, hanno colpito soprattutto le imprese con fatturato sotto il milione di euro.
Si tratta di piccole realtà che non hanno beneficiato della crescita delle vendite che ha invece interessato la GDO e il canale on line.
Anche il quadro per l’export è a tinte fosche, nonostante l’Italia abbia sofferto meno dei propri competitor. Ancora una volta sono penalizzate le piccole imprese. A crescere sono solo brand ben posizionati, che si muovono con logiche distributive multicanale e possono contare su una maggiore robustezza da un punto di vista patrimoniale e finanziario.
Difficile quantificare le perdite per il settore, ma l’anno potrebbe chiudersi con un calo intorno al 15% complessivo.
Nonostante i numeri siano sconfortanti, gli imprenditori si rimboccano le maniche per farsi trovare pronti alla ripartenza ed affrontare al meglio il futuro. Quando l’emergenza Covid sarà superata, quello del vino si candida come consumo che ripartirà velocemente perché elemento fondante di una socialità che gli italiani, e non solo, sentono di voler recuperare al più presto.
Le parole chiave sono digitale, brand experience, enoturismo e richiedono uno sforzo per reinventare e cambiare fisionomia al proprio business.
Lavorare sui contenuti, sull’eccellenza e sulla qualità della brand experience per i propri clienti attraverso un doppio canale: quello fisico, della cantina e del punto vendita, dove si può far toccare con mano l’essenza del brand, e poi costruire il miglior servizio possibile, complementare all’esperienza “in store”, con un’esperienza online attraverso la digitalizzazione in 3D dei propri locali.
Spazio dunque a piattaforme proprietarie di e-commerce, all’introduzione di servizi di delivery strutturati e integrati, apertura ad una vendita multicanale, ma anche ad esperimenti di condivisione delle wine experience online e segmentati per target: degustazioni a distanza, wine club e webinar per fidelizzare e mantenere vivo il rapporto con i consumatori in una relazione diretta, non mediata. Insomma, dalle limitazioni imposte dalla pandemia potranno nascere nuove opportunità che il comparto deve essere pronto a cogliere anche considerando i cambiamenti in termini di comportamenti di consumo che inevitabilmente l’esperienza che stiamo vivendo si porterà dietro.