Facebook, tra influenza sociale e dipendenza psicologica

Oggi circa 24 milioni di utenti italiani sono su Facebook, il social network più utilizzato al mondo. Una popolazione di ogni età, che ogni giorno interagisce, comunica, condivide foto video e immagini e anche un virus: l’influenza.

Un’influenza che può avere due facce: essere benigna nel caso della reputazione online o maligna quando si trasforma in dipendenza. Oggi è documentato che Internet al pari del gioco, dell’alcool e della droga, crea dipendenze difficili da guarire, ma molto ben documentate nella letteratura psicologica.

Eppure non si tratta di una questione puramente mentale, in quanto è coinvolta anche la chimica e in particolare la dopamina. La dopamina (o dopammina) è un neurotrasmettitore endogeno che viene rilasciato in quantità elevate quando si abusa di droghe o si fa sesso. Questa sostanza è alla base di un disturbo che porta sensazioni di motivazione e ricompensa nel cervello umano e può avere effetti dannosi per il nostro cervello. Si tratta dell’ “Internet Addiction Disorder” ed già accettato come diagnosi in alcuni Paesi come la Cina, Taiwan e la Corea del Sud e tra gli effetti collaterali comporta una diminuizione della nostra capacità di attenzione. Facebook e i social media in generale stanno infatti portando l’essere umano a un’involuzione delle sue capacità celebrali, che sono diminuite del 40% a partire dal 2000. I social media riporteranno l’uomo alla capacità di pensiero dell’età della pietra? Solo il tempo saprà rispondere a questa domanda.

Esisto poi l’aspetto sociale. L’influenza sociale, concetto studiato nella psicologia di settore, è la pressione che il gruppo esercita sui singoli alterandone percezioni, opinioni, atteggiamenti e comportamenti. Assieme al galateo virtuale si tratta di uno dei fattori chiave per la creazione di relazioni virtuali serene e durature. E’ però fondamentale ricordarsi che su Facebook le persone con cui ci relazioniamo non sono amici ma contatti.

E’ necessario quindi, nel caso si venga “eliminati” da un contatto, ridimensionare il dispiacere causato dalla perdita. Molto spesso, secondo uno studio condotto da Nielsen, la causa della rimozione dalla lista dei contatti su Facebook è, nel 55% dei casi, un commento offensivo in bacheca, riferimenti alla politica o status troppo “deprimenti”. Nell’11% dei casi, invece, si elimina un contatto perché le aspettative (un flirt, una relazione caduta nel vuoto) sono state deluse.

Su Facebook però gli amici possono anche aumentare fino a diventare una vera e propria community, in grado di aumentare la popolarità della persona. Tra i fattori che giocano un ruolo fondamentale nell’incrementare questa tipologia di influenza è bene ricordare la frequenza con cui si aggiorna uno status: come dice un proverbio “il troppo stroppia”, ma anche una scarsa presenza toglie appeal all’account.

Informazioni su Cristina Skarabot 3 Articoli
Consulente nel campo del web marketing, del social media marketing e della comunicazione online, con una particolare attenzione al mondo delle PMI.

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