La parabola di Sudameris, leggenda dell’alta finanza italiana finita nell’oblio

Sudameris, la più grande banca internazionale mai realizzata da un istituto di credito italiano oltreoceano, mito e mistero della finanza italiana, per quasi un secolo potente braccio internazionale della Comit, legata a doppio filo con Mediobanca, non esiste più.

Sudameris

La Banque Francaise et Italienne pour l’Amerique du Sud (questo il nome completo di Sudameris), fondata nel 1910 dall’allora istituto di piazza Scala e dalla francese Paribas, basa la propria forza all’inizio della sua storia sui risparmi delle colonie italiane in Sud America, sulle operazioni di cambio e sui movimenti di fondi legati alle concessioni portuali e ferroviarie francesi.

La distanza tra l’Europa e il Sud America, immensa nella prima parte del ‘900 viste le comunicazioni di allora, e, ancora, il carisma di Raffaele Mattioli alla guida della Comit, accrescono e amplificano la leggenda di una banca cresciuta nel tempo in mezzo a Stati spesso dalla democrazia incerta e con economie traballanti, grazie anche a forti legami con la finanza statunitense.

Già nel 1939 Sudameris, scrigno sudamericano con sede legale a Parigi, conta su un’ampia rete di sportelli in Brasile, Argentina, Cile, Colombia e Uruguay. Negli anni la banca si allarga anche in Venezuela, Peru’ e Paraguay. Comit arriva poi fino al 99% del capitale nel 1994 con l’uscita degli allora soci Paribas, Indosuez, Desdner Bank e Ubs.

Ormai vuota di partecipazioni, Sudameris, dove nel 1930 a 23 anni lavoro’ come primo impiego Enrico Cuccia, fu stata avviata alla fusione nella capogruppo Intesa Sanpaolo, che aveva acquisito la Comit a fine anni ’90.

Nel 2002 Banca Intesa, acquisita Comit dopo una battaglia storica, decide il disimpegno dal Sud America con la cessione di tutte le controllate e Sudameris diventa una finanziaria. Nel 2006 il presidente dell’allora Banca Intesa, Giovanni Bazoli, rivela: “la ragione della cessione di tutte le banche di Sudameris e’ semplice e inconfutabile: gli oneri che abbiamo dovuto affrontare in diversa successione per la cessione di tutte le banche che facevano capo a Sudameris e anche per conseguenza le operazioni fatte dalla Comit sulla piazza di New York sono tali che avrebbero potuto compromettere l’equilibrio della Comit stessa senza l’intervento di Banca Intesa“.

E l’allora a.d. di Banca Intesa, Corrado Passera, quantifica in “due miliardi di dollari in pochi anni” le perdite accusate e nega che la vendita delle banche fosse un favore all’allora socio Credit Agricole, presenza forte nella zona. Gli ultimi atti di Sudameris nel 2012: la liquidazione di Sudameris Uruguay, i cui attivi erano gia’ stati ceduti nel 2003 al Credit Agricole e lo stop in Argentina della controllata Atlantis.

A fine 2012 la banca controllava, in sostanza circa 110 milioni di euro di liquidità, valore della società utilizzato nella fusione con la capogruppo. La frettolosa cessione di Sudameris, dovuta ad esigenze di bilancio secondo le opinioni dei manager di Intesa, ha sicuramente precluso un accesso privilegiato al mercato sudamericano (Brasile in testa) che proprio all’inizio del nuovo millenio stava per esplodere.

Informazioni su Marco Blaset 150 Articoli
Giornalista economico della Federazione Svizzera e Direttore di Outsider News.

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