Professionisti, 40 anni sul mercato. Intervista a Giuseppe Tosoni

Abbiamo intervistato il Dott. Giuseppe Tosoni, commercialista e consulente aziendale da quarant’anni, per cercare di capire come si è evoluta la professione e come sono mutate le esigenze delle aziende negli ultimi anni.

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Come ha iniziato? Quale è stato il suo primo lavoro?

Ho iniziato la professione di commercialista con iscrizione all’ODCEC di Fermo al nr. 19/A  in data 10/01/1976. Il primo lavoro è stato quello di aiutare alcune aziende di  conoscenza familiare, per meglio  proporle sul mercato,  e soprattutto per sostenerle ad affrontare le varie difficoltà contabili e operative.

La zona della mia operatività  è  stata sempre caratterizzata dalla presenza di validi talenti artigiani “tuttofare”, dove il capo/manager si  occupava con impegno invidiabile, dal settore vendite a quello degli acquisti, dai rapporti con le banche e con le amministrazioni a quello con il  fisco.

Negli ultimi anni  però tale organizzazione ha rappresentato solo una trappola, spesso mortale per le stesse aziende che invece riscontravano la necessità di essere assistite sempre di più da una serie di persone ben competenti e specializzate in ogni singolo e differente settore.

Perchè la consulenza in un settore così inflazionato?

Quello della consulenza aziendale, ha sempre rappresentato un appetibile settore per il fatto di guadagno più facilmente realizzabile  senza particolari investimenti e anche per la sproporzione  della domanda spesso superiore rispetto all’offerta.

Oltre che per tali motivi , il settore si è  inflazionato, anche per l’ingresso e la presenza di professionisti improvvisatisi tali,senza alcun titolo o esperienze.

Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato?

Si sono riscontrate da circa un decennio (con l’avvento della crisi economica) varie difficoltà operative, cioè le aziende hanno iniziato a navigare nel buio, a barcollare ed a non essere più competitive sul mercato, sempre più selettivo, esigente ed in fase di globalizzazione.

Per affrontare queste sfide in un mondo che cambia, ho condiviso una missione con nuove energie sempre più vitali specializzandomi nel settore di nicchia che ritenevo e ritengo ancora oggi di maggior utilità per le aziende, vale a dire il contenzioso nei rapporti bancari e con il Fisco.

Ciò  in conseguenza anche del fatto che fin  dalle prime evidenziazioni di rallentamento economico aziendale ,  le banche, anzichè farsi diligenti collaboratrici aziendali,  hanno provveduto  spregiudicatamente alla riduzione o revoca degli affidamenti già concessi , a segnalare i clienti quali cattivi pagatori presso le varie centrali rischi, spesso irregolarmente causando anche gravi disagi e danni economici

Contemporaneamente anche il Fisco ha cominciato ad accanirsi contro le PMI . Infatti pur in presenza di evidente recessione economica, lo stesso ha sempre continuato a considerare le aziende  come costantemente proficue e redditizie, come nei bei tempi passati e non curante minimamente dei dati economici ISTAT che si confermavano ogni giorno  sempre più negativi .

Ciò in modo irreversibile ha contribuito ad accentuare la crisi esistenziale delle aziende, dalla quale scaturivano troppo spesso fallimenti ed azioni talvolta anche tragiche da parte dei titolari che per anni, dopo aver fatto  enormi sacrifici per raggiungere risultati accettabili ed adeguati alla propria vita, hanno visto improvvisamente espropriarsi beni personali e  familiari, per  finire irreparabilmente nelle mani di Banche , Fisco e spregiudicate organizzazioni .

Al riguardo del Fisco, occorre rilevare che purtroppo molti controlli vengono fatti da astuti Dirigenti che sono per legge premiati al raggiungimento di obiettivi annuali con lauti premi di risultato da assommare ai loro già importanti stipendi.

Ciò spesso rappresenta per i malcapitati, addebiti “volutamente forzati” di maggiori imponibili fiscali esclusivamente fantasiosi ed illegittimi ed  infondate situazioni di guadagni presenti purtroppo solo nei sogni degli imprenditori e purtroppo anche nelle tasche dei controllori.

Ciò è chiaramente dimostrato dagli accertamenti basati sulle “indagini finanziarie”, dove il Fisco elenca tutti i versamenti e prelevamenti transitati sul conto corrente quale utile tassabile !!!

Vengono con tale assurda metodologia esaminati i conti correnti di famigliari, parenti, conviventi, amici, amanti, ecc…. , inizialmente considerati dal Fisco tutti “utili tassabili”!!!  Ma tu ti puoi difendere …….. lo prevede la legge !!….. E’ sufficente indicare la provenienza dei versamenti e l’utilizzo dei prelevamenti. Sembra tutto chiaro, no?

Ma proprio in questi frangenti che il Fisco concretizza prepotenti ed illegittime azioni.

Infatti il riscontro su centinaio o migliaia di operazioni viene spesso disatteso, è sufficiente il mancato riscontro della coincidenza anche di un solo giorno delle operazioni  documentate o una minima differenza delle stesse cifre, che lo stesso  pronuncia… “a parere dell’Ufficio le motivazioni addotte dal contribuente non sono ritenute valide….” !!! Ma non ti devi preoccupare, prosegue il Fisco…… , se accetti tutto il maggior reddito accertato ti riduciamo a un terzo tutte  le enormi sanzioni applicate….. !! a casa mia questa si chiama evidente estorsione legalizzata !! Voi come la interpretate??

Per esperienza personale posso documentare che con tale metodologia mi sono state riprese a tassazione movimenti finanziari provenienti anche da una procedura fallimenatare di cui ne ero stato nominato curatore !!!

Più precisamente sono stati ritenuti ricavi non dichiarati, l’importo prima prelevato dal libretto bancario della procedura, poi depositato nella stessa banca in un conto corrente per essere successivamente riprelevato con  emissione di assegni circolari spettanti ai creditori per il riparto finale.

Pertanto tre movimenti dello stesso identico importo sono stati ripresi a tassazione senza alcun legettimo contraddittorio o preventivo chiarimento richiesto dallo stesso Ufficio.

In Italia negli ultimi dieci anni la crisi economico finanziaria ha contributo a portare verso il fallimento circa 120.000 aziende, al ritmo impressionante di 53 aziende fallite al giorno lavorativo, lo rileva una ricerca del Centro Studi Impresa Lavoro che ha rielaborato i numero forniti da OCSE e CRIBIS .

Cosa pensa dell’approccio degli imprenditori italiani alla consulenza?

In quest’ultimo periodo gli imprenditori hanno preso piena coscenza delle molteplici nuove difficoltà operative, tassazione impressionante, burocrazia inaccettabile, mercati esteri in continuo subbuglio,  tecnologie  ed innovazioni in continua evoluzione ecc…

Pertanto gli stessi si stanno adeguatamente organizzando, ricordando forse che….” E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere ‘superato’  (Albert Einstein) .

Cosa la distingue dagli altri professionisti che fanno il suo lavoro?

Proprio per la sempre crescente vocazione di salvaguardare e tutelare il più possibile le troppo vessate aziende,  ho creato da alcuni anni uno staff di validi  e competenti professionisti esperti nei  settori del contenzioso bancario  e fiscale, convenzionandoli a tariffe ridotte nell’Associazione TUTELA IMPRESA  –  www.tutelaimpresa.org   –  .

Tale struttura , presente in diverse Regioni italiane e della quale ne sono il Presidente, è concretamente al fianco delle aziende  per la salvaguardia delle stesse dalle sempre crescenti svariate insidie e per ridare un legittimo sorriso alle stesse.

Quali altre consulenze particolari ritiene attualmente necessarie per le aziende?

Oltre ai due importanti settori di contenzioso appena descritti, ritengo che allo stato attuale le aziende necessitano di essere adeguatamente assistite anche nei seguenti campi :

1)- Riabilitazione del credito – troppe aziende e soci attualmente trovano enormi difficoltà nell’accesso al credito a causa di segnalazioni da parte di Istituti di Credito di notizie  pregiudizievoli nelle varie banche dati, (crif, cerved, experia….ecc..)

Necessita quindi un risolutivo intervento riabilitativo con la cancellazione di tali penalizzanti gravami dopo il periodo di regolare presenza. Intervento che troppo spesso non viene preso in considerazione, neanche quando tali trascrizioni risultano illegittime e potrebbero dar vita ad azioni di rivendica e di risarcimento danni a favore del segnalato;

2)- Istituzione di legittime protezioni patrimoniali – vengono studiate apposite soluzioni alternative e preventive allo stato di dissesto, come: 

 –  creazione di trust, fondi patrimoniali, ecc.. ;

 –  ricorso alla L. 3/2012 sullo esdebitamento di soggetti non fallibili

–  cessione quote, debiti societari  per liberare legittimamente il più possibile da vincoli i debitori principali con l’ingresso anche di nuovi soci, liquidatori, amministratori ecc…

 –  controllo regolarità contratti bancari, fidejussioni , finanziamenti in genere, ecc…

3)- Introduzione di brevetti e know how nella tradizionale attività esercitata spesso è importante dare vita a nuovi innovativi processi di produzione e servizi;

4)- Passaggio generazionale – con il sostegno di necessaria assistenza all’interno delle famiglie per la migliore continuazione dell’attività con i propri figli;

Se dovesse spiegare ad un giovane il valore della consulenza cosa gli direbbe?

Un mio appassionato consiglio per i giovani professionisti di oggi è quello di specializzarsi un una specifica nicchia di prestazioni, per offrire una consulenza  con un importante valore aggiunto.

Se avesse fatto un altro lavoro cosa le sarebbe piaciuto fare? 

Per altro lavoro non ho mai avuto preferenze o ambizioni di sorta, se non quello di facile intuizione, (ma per me impossibile) di “tranquillo benestante” , visto anche le mie sempre rimaste ed invidiabili origini sociali,  di “famiglia contadina, peraltro….. di una volta” !!!

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