Tempi duri per i seduttori nell’era del #metoo e del politically correct

All’epoca del #metoo, il seduttore ha vita difficile. Il seduttore, sia chiaro, non il viscido approfittatore alla Harvey Weinstein che esercita il proprio potere nel più bieco dei modi. Sedurre, al maschile, è arte sottile che richiede delicatezza, humor, savoir faire, gigioneria, eloquio forbito, sensibilità, intelligenza, eleganza e insomma una grande carica di umanità.

Esistono ancora uomini così, magari tenebrosi come Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi, oppure ruvidi con il cuore tenero come Humphrey Bogart, o ancora amabilmente infingardi come Richard Gere in American Gigolo? Probabilmente esistono, ma sono spaventati a morte perché esercitare il sacrosanto diritto a sedurre, che poi a noi donne piace ancora tantissimo, sta diventando sempre più rischioso e pericoloso.

Un commento impertinente, un apprezzamento anche minimamente infelice, e il gioco è fatto: scatta la gogna mediatica e l’esposizione a pubblico ludibrio diventa immediata. Esercitata attraverso il canale digitale, diventa addirittura devastante.

E allora i seduttori rinunciano per sempre, a priori, vittime sacrificali del politically correct più bigotto. Ci sono donne che, nella furia della rivendicazione, si augurano di non vedersi più pagato il conto al ristorante, in una incomprensibile confusione tra cavalleria e sessismo.

Certo, i passi da gigante fatti dagli uomini nel territorio della propria personale emancipazione da modelli e protocolli tradizionali hanno creato ulteriore scompiglio. Ben venga l’uomo vanitoso, che si compiace e cura; ben vengano tutti i sexualismi cui ci ha abituate negli ultimi decenni la cultura americana, dal metrosexual ormai del tutto sdoganato al lambersexual boschivo, barbuto e boscaiolo che è stato poco più che una farsa.

In tutti questi passaggi di coscienza, l’uomo ha rivendicato parità vanitose con la donna – grazie al cielo! – che si sono ben presto trasformate in parità comportamentali. È come se oggi agli uomini di sedurre non interessasse proprio. La sindrome di Peter Pan, ossia il rifiuto di crescere fa il resto.

Però ricordate, uomini: a noi donne il gioco piace. I modi aggiornateli voi. Suvvia, uno sforzo si può fare.

Informazioni su Albertina Marzotto 81 Articoli
Esperta di moda e giornalista di costume. Ex Product Manager del Gruppo Marzotto. Autrice del libro "L'abito fa il monaco?" edito da Mondadori.

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