Vaccinazioni: come funzionano e perchè dobbiamo vaccinare i nostri figli

Con l’aiuto della Professoressa Susanna Esposito, Presidente della Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) e Ordinaria di Pediatria e Direttore della Scuola di Specialità in Pediatria presso l’Università degli Studi di Perugia, cerchiamo di smontare paure e luoghi comuni che negli ultimi tempi avvolgono il tema della vaccinazione infantile.

Perchè i vaccini sono importanti

I vaccini da quando sono stati scoperti e introdotti in campo medico, hanno salvato milioni di vite e contribuito a far scomparire malattie mortali, prima tra tutte il vaiolo.

Eppure molte persone sembrerebbero aver già dimenticato gli importanti passi in avanti e i grandi benefici dei vaccini.

Nella società moderna a seguito dell’allungamento della vita media, delle maggiori possibilità di cura a disposizione e della diffusione di informazioni provenienti da fonti poco attendibili, le famiglie sono sempre più convinte che la scelta migliore sia quella di non vaccinare i propri figli, spesso perché i vaccini vengono considerati pericolosi e inutili.

Diciamo subito con chiarezza che i vaccini non causano autismo e non indeboliscono il sistema immunitario (due luoghi comuni molto popolari negli ultimi tempi), ma anzi lo rafforzano.

Negli ultimi anni in Italia si è assistito ad un notevole calo delle vaccinazioni in pediatria, fenomeno preoccupante che ha richiamato l’attenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e nel nostro Paese dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute.

Le malattie infettive in pediatria

Ogni giorno, nel mio lavoro di infettivologa e pediatra, mi capita di confrontarmi con genitori di piccoli pazienti affetti da malattie infettive. Tra le più comuni rientrano il morbillo e la rosolia, molto frequenti in età infantile e sulle quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è pronunciata mostrando l’intento di voler arrivare ad una vera e propria eliminazione.

Purtroppo, se è vero che attualmente risulta diminuita l’incidenza di queste due malattie in Europa, in molti Paesi, compresa l’Italia, la situazione non sembra essere delle migliori.

Come dimostrato dalla ricerca scientifica, sembrerebbe esserci un legame tra calo dei vaccini e incremento di alcune malattie infettive, prima quasi del tutto scomparse. Pensiamo al caso degli Stati Uniti dove c’è stata una vera e propria emergenza legata a una diminuzione delle vaccinazioni in pediatria.

Nel 2000 il morbillo era stato praticamente debellato grazie alla diffusione del siero trivalente contro morbillo, rosolia e parotite. Eppure, con il calo vaccinale manifestatosi negli ultimi anni, è stato registrato un aumento considerevole dei casi di morbillo rispetto agli anni precedenti.


Non vaccinarsi: i possibili rischi

Non vaccinare significa andare incontro ad una serie di rischi importanti legati alla salute del bambino e dell’adulto.

Il virus del morbillo

vaccini bambiniIl morbillo è una malattia infettiva provocata dal Morbillivirus ed è considerato estremamente pericoloso. Può avere un’evoluzione imprevedibile e non esiste una terapia specifica in grado di impedire tale evoluzione. La trasmissione del virus avviene per via aerea attraverso le secrezioni di naso, bocca e gola e presenta un’elevata contagiosità che inizia 2-3 giorni prima dell’eruzione cutanea e si protrae per circa 5 giorni dal suo inizio.

Alcuni casi di morbillo possono essere associati ad una o più complicanze come diarrea, otite media e polmonite, specialmente nei bambini con meno di cinque anni e nei soggetti con più di venti anni. Raramente con il morbillo si è in presenza anche di encefalite che compare di solito da due giorni a tre settimane dopo l’inizio dell’eruzione cutanea, spesso con febbre alta, mal di testa, vomito, rigidità nucale, convulsioni e coma.

Una malattia come il morbillo può essere letale quando subentrano encefalite e complicanze respiratorie. Si stima che nel mondo siano ancora diversi i casi di morte per complicanze associate al morbillo, non solo in età pediatrica ma anche in età adolescenziale e adulta.

La rosolia

Analogamente, la rosolia può comportare rischi molto alti se si presenta nel corso della gravidanza. Nel neonato affetto da sindrome da rosolia congenita possono manifestarsi danni anche seri a vista e udito, per questo è fondamentale il vaccino come strumento di prevenzione.

La meningite

Tra le altre malattie di principale interesse nel campo dell’infettivologia pediatrica, c’è la meningite, una patologia temuta dalle mamme e che può provocare complicanze anche gravi, portando in alcuni casi alla morte o a invalidità permanenti. Tra le prime cause di meningite batterica ci sono le infezioni da pneumococco e quelle da meningococco ma non bisogna dimenticare che oltre alla meningite di origine batterica, esiste anche la meningite di origine virale, causata cioè da virus come quello del morbillo che in 1 caso su 1000 può provocare conseguenze al livello del sistema nervoso centrale.

La pertosse

In qualità di pediatra, ricercatrice e infettivologa, posso affermare che anche la pertosse può essere davvero pericolosa tanto per i bambini quanto per gli adulti. Si tratta di una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa che colpisce in particolar modo i bambini con età inferiore a un anno, ma che non risparmia nemmeno adolescenti e adulti, soggetti nei quali è più difficile arrivare ad una diagnosi in quanto occorrono metodiche di laboratorio sofisticate. Proprio negli adulti la pertosse viene diagnostica spesso con un ritardo di oltre 3 settimane dall’esordio della malattia che viene così trasmessa rapidamente in famiglia e, in generale, nella comunità.


Perché è importante vaccinarsi

vaccini per tutta la famigliaNonostante le numerose campagne di vaccinazione, sul piano dei vaccini c’è ancora molto da fare. Il vaccino è l’unico modo che abbiamo per difenderci da malattie infettive che nei casi peggiori possono portare alla morte.

In Italia alcuni passi avanti sono stati fatti grazie all’introduzione, nel 1999, della vaccinazione trivalente MPR (morbillo-parotite-rosolia) che è stata inclusa ufficialmente nel calendario nazionale delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate, con indicazioni per la somministrazione della prima dose per tutti i bambini a partire dai 12 mesi compiuti e comunque entro il 15° mese di vita, e con l’introduzione di una seconda dose all’età di 5-6 anni.
Ad ogni modo la situazione della copertura vaccinale nel nostro Paese risulta estremamente complessa: da un lato i dati mostrano come con la prima dose ci sia una buona copertura e come invece con la seconda dose (introdotta nel 2005) la copertura sia nettamente inferiore agli standard richiesti.

Il vaccino è l’unico strumento che abbiamo per difenderci da malattie infettive che nei casi peggiori possono portare alla morte.

Per tale motivo è essenziale prevedere una somministrazione delle due dosi di vaccino in tutti i nuovi nati ma anche negli adulti che non siano mai stati vaccinati o che non abbiano mai ricevuto la seconda somministrazione.

Il richiamo è molto importante in casi ad esempio di malattie come la pertosse dove la vaccinazione non costituisce un’immunità permanente e sono quindi necessari richiami vaccinali ogni 5-10 anni. Secondo i dati del Sistema di Sorveglianza Europeo, l’88% dei casi di morbillo registrati nel nostro Paese nel 2013 ha riguardato soggetti che non erano mai stati vaccinati: i bambini al di sotto di 1 anno non ancora vaccinati, quelli tra 1 e 4 anni e i ragazzi di 18-25 anni.


Utilità e pericolosità dei vaccini

vaccinazioni in gravidanzaCredere che i vaccini siano inutili è sbagliato. Il vaccino è sicuro, non ha effetti collaterali e le complicanze sono rarissime. Il problema è che spesso manca un’adeguata preparazione dei medici i quali non sanno e non sono istruiti, quando spetta invece proprio al medico, e nello specifico al pediatra, il compito di trasmettere un’informazione completa e corretta alle famiglie sull’importanza del vaccino.

Questo è anche una delle ragioni per cui le persone si affidano, in alcuni casi, a Internet, scovando magari informazioni scorrette e provenienti da fonti non attendibili. Occorre rimuovere certe false credenze diffuse e far capire alla collettività che i vaccini servono a prevenire l’insorgenza di gravi malattie, e il diffondersi di epidemie.

I vaccini non causano autismo e non indeboliscono il sistema immunitario ma lo rafforzano.

Il vaccino, oltre che nei bambini, è estremamente utile anche nelle donne in età fertile, per prevenire ad esempio i rischi derivanti dalla rosolia in gravidanza, e negli uomini che se non vaccinati possono diventare essi stessi un serbatoio di diffusione della malattia.

I vaccini rappresentano ad oggi il metodo più sicuro per non ammalarsi e per non trasmettere ad altri una malattia, costituiscono un’arma vincente contro malattie a torto ritenute scomparse, come difterite e poliomielite, presenti tuttora in alcune parti del mondo.

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