Apple sfida Netflix con Keynote. La guerra a colpi di Star per il controllo dello Streaming TV

Il 2019 inizia per Apple con una grande novità: il lancio di Keynote (lunedì 25 marzo), il nuovo servizio di streaming tv destinato a fare concorrenza a Netflix e a Amazon Prime Tv, ma anche a Disney+, l’analogo servizio che il colosso dell’intrattenimento per bambini e famiglie sta finalmente per lanciare dopo varie esitazioni.

Dopo la frenata delle vendite di iPhone in Cina e l’annuncio a gennaio dell’ad Tim Cook di ricavi inferiori alle attese per il 2018, i prossimi mesi saranno infatti i testimoni della virata di Apple verso i servizi, oltre a un ampliamento dell’offerta sotto il profilo dell’hardware.

Come tradizione, il riserbo di Apple è massimo e forse potrebbe essere annunciato anche un servizio di riviste e giornali in abbonamento, una specie di all can you read. Pare però scontato che il nuovo servizio di streaming tv debutterà in estate o verso fine anno. Non è invece ancora chiaro se verrà lanciato prima negli Stati Uniti e poi anche all’estero o se il servizio sarà fruibile contemporaneamente in più paesi, Italia inclusa. Nessuna notizia nemmeno sul costo, sebbene indiscrezioni indichino un importo di 15 dollari al mese.

Secondo anticipazioni del New York Times, al momento sono solo i 5 contenuti originali targati Apple pronti per la trasmissione con attori e registi di primo piano. Tra questi Are You Sleeping con Octavia Spencer, lo space drama For All Mankind, il thriller diretto da M. Night Shyamalan, la commedia con le star di It’s Always Sunny in Philadelphia, e la commedia Dickinson ispirata alla vita di Emily Dickinson. Altrettanti sono quelli in fase di ultimazione entro la fine dell’anno.

Apple ha fatto come al solito le cose in grande. Per convincere il pubblico a aggiungere un abbonamento in streaming ha tenuto l’offerta su livelli alti ingaggiando attori di primo piano come Jennifer Garner, Reese Witherspoon, Jennifer Aniston e, tra i registi e i produttori, Steven Spielberg, M. Night Shyamalan e J.J. Abrams. Il gruppo ha anche dovuto scendere a compromessi con la rigida etica che solitamente contraddistigue la sua offerta, lasciando la porta aperta anche a scene più violente come a quelle più sensuali.

Oltre alle proprie produzioni originali, per le quali il gruppo della Mela ha messo sul piatto oltre un miliardo di dollari (poca cosa rispetto agli 8 miliardi investiti l’anno scorso da Netflix), il servizio di Apple dovrebbe includere anche contenuti di terzi attraverso accordi con altri canali o con società che producono contenuti come HBO e Showtime e forse anche un canale di notizie.

Si era parlato di una possibile collaborazione con Netflix, ma il gruppo ha smentito confermando che i contenuti originali Netflix saranno diffusi solo attraverso la propria piattaforma. Da escludere anche quella con Disney, con Apple già collabora, considerando che sta lanciando un servizio analogo. L’alternativa per la società guidata da Tim Cook, osserva qualche analista, potrebbe essere di rilevare una casa di produzione, come Cbs o Sony Pictures.

Giuseppe Turani
Informazioni su Giuseppe Turani 56 Articoli
Giornalista economico e Direttore di "Uomini & Business". E' stato vice direttore de L'Espresso e di Affari e Finanza, supplemento economico de La Repubblica. Dal 1990 al 1992 è editorialista del Corriere della Sera, del mensile Capital e dei settimanali L'Europeo e Il Mondo. Ha scritto 32 libri.

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