Geox continua a respirare, nonostante il rallentamento dovuto agli effetti del Coronavirus. Abbiamo intervistato il fondatore e Presidente Mario Moretti Polegato, inventore della “scarpa che respira”, per capire le strategie del gruppo e come stanno affrontando questa fase di mercato.
Come ha affrontato Geox l’emergenza Covid19?
La priorità è stata data subito alla messa in sicurezza dei dipendenti del Gruppo e dei nostri clienti. In Italia abbiamo chiuso i nostri negozi fisici prima ancora che fosse imposto per legge e moltissimi dipendenti hanno lavorato in modalità home working. Durante tutto il periodo del confinamento abbiamo mantenuto vivo il dialogo sia con i nostri consumatori, in un momento in cui molti di loro hanno continuato ad acquistare i nostri prodotti grazie all’e-commerce che non si è mai fermato, sia con i nostri dipendenti attraverso un aggiornamento costante delle informazioni e dei comportamenti legati all’emergenza in corso, ovvero la pubblicazione periodica di newsletter, sviluppate su diverse tematiche, per rafforzare il senso di unione e creare una connessione fra le persone con la condivisione di alcune pillole formative digitali attraverso una piattaforma dedicata ed accessibile a tutte le persone da casa per favorire l’apprendimento continuo e lo sviluppo delle competenze.
Ci parli della sua iniziativa solidale di donare un milione di euro a beneficio della Regione Veneto.
In un momento storico di estrema emergenza che hanno vissuto l’Italia e il Veneto, insieme a mio figlio Enrico abbiamo sentito il dovere di sostenere i nostri medici e infermieri, ogni giorno in prima linea, nella lotta contro un nemico invisibile eppure tanto temibile che ci rende tutti uguali, vulnerabili, inermi.
Con questo gesto abbiamo anche voluto esprimere la nostra vicinanza e il nostro sostegno a tutte le singole persone e alle loro famiglie, che hanno sofferto e che hanno combattuto il virus.
Lei ha dichiarato: “Stiamo attraversando una crisi durissima ma sono certo che rinasceremo, più forti di prima”. Sono cambiati i paradigmi e abbiamo la capacità di reinventare il nostro modello di business (v. crescita e-commerce). Come nasce questa Sua convinzione?
Creatività italiana. L’Italia è il paese del rinascimento, ma questa volta non basterà rinascere, dovremo crescere più di quanto abbiamo fatto in questi ultimi 20 anni.
Due anni fa Le chiedevo del rapporto tra successo, intelligenza e ricchezza. Oggi Le chiedo di mettere in ordine di importanza per Lei i seguenti fattori per avere successo nel business: talento imprenditoriale, passione, fortuna, resilienza, determinazione, fiducia in se stesso, ricchezza economica, coraggio, lungimiranza.
Tutti questi fattori sono indispensabili e la loro importanza varia a secondo del periodo che attraversa la propria attività imprenditoriale. Alcuni sono più importanti al momento della creazione di un business (start-up) altri nella fase di crescita (scale-up). Ma tra quelli da lei citati ne manca uno: l’ossessione. La passione, il talento o la determinazione servono a raggiungere il 99% degli obiettivi, ma l’ultimo 1% si raggiunge grazie all’ossessione per il successo. Ed è quell’1% che fa la differenza tra un buon business e un business di successo.
Tre suoi consigli per gli imprenditori in crisi a causa della crisi economica.
Le ricette non sono fondamentalmente cambiate, ma si tratta oggi di essere più determinati che mai nell’elaborazione e nell’esecuzione di una strategia e, soprattutto, più veloci perché il digitale non è più uno strumento; il digitale è il mondo nel quale operiamo e con lui tutti i processi sono accelerati e il dialogo B to B e B to C è molto più immediato che nel vecchio mondo analogico.