Un gioco perverso e dai risvolti davvero raccapriccianti. Nato a scopi politici come arma di offesa verso i propri avversari, il fenomeno delle fake news si è allargato a macchia d’olio invadendo purtroppo anche il mondo della salute e del benessere, diffondendo informazioni e consigli privi di qualsiasi fondamento medico-scientifico.
Un problema non certo di poco conto, se si pensa che secondo i dati diffusi lo scorso anno dal Censis sarebbero ben 8,8 milioni gli italiani vittime di questa pratica scellerata, di cui oltre 3,5 milioni a carico di genitori in cerca di indicazioni terapeutiche per la salute dei propri figli. Sempre secondo quanto riportato dal Censis, circa il 17% degli internet surfer del Belpaese consulterebbe abitualmente siti web generici sulla salute, mentre il 6% si affiderebbe a siti istituzionali e il 2,4% ai social network. Una percentuale che tra i millennials salirebbe addirittura al 36,9%, rappresentando così una vera e propria emergenza socio-sanitaria.
Dati che vengono confermati anche da survey più recenti, come quella presentata qualche giorno fa da BNP Paribas che ha dimostrato come il 29% del campione analizzato fosse già stato vittima almeno una volta di una fake news sul tema della salute, e come siano proprio i più giovani a cadere maggiormente nell’inganno, con il 34% degli intervistati.
Lo stesso fenomeno è stato denunciato anche da Sanofi mediante una ricerca sulle fake news su un tema particolarmente delicato come il diabete, malattia che interessa oltre 4 milioni di italiani. Secondo i dati raccolti da Reporter Lab per conto dell’azienda farmaceutica tra i primi 100 statement espressi nei post più virali, circa il 60% conterrebbe infatti indicazioni totalmente errate dal punto di vista medico-scientifico, mentre l’8% parzialmente vere e solo il 32% attendibili. E in quel preoccupante 60% di notizie totalmente errate, i pericoli per la salute sarebbero davvero elevati: in una scala da 0 a 5, ben 33 mostrerebbero difatti un grado di pericolosità da 2 a 3, mentre 19 un grado di pericolosità pari a 1. Solo 6 affermazioni false risulterebbero invece del tutto innocue.
Altrettanto interessanti sono anche le fonti da cui derivano le fake news emerse durante la ricerca, tra cui prevalgono quelle non accreditate, come canali tematici su salute e benessere spesso di proprietà non specificata e di dubbia qualità editoriale, influencer, utenti singoli e canali tematici specializzati sul diabete, anch’essi di scarso livello editoriale. La prima testata giornalistica compare solo al 39° posto nella classifica degli autori dei post più virali. Anche operatori sanitari ed esperti sono piuttosto assenti nella classifica dei post che hanno raccolto la maggiore attenzione del pubblico online.
Un fenomeno, quindi, che va sicuramente monitorato e arginato poiché oltre ad alimentare il sempre rischioso ricorso all’automedicazione bypassando il parere più autorevole e sicuro del medico di base o dello specialista, può dare origine a opinioni del tutto false e tendenziose anche in merito a prassi mediche ormai diffuse e consolidate e dagli evidenti e dimostrati effetti benefici.
Molte sono state a tal proposito le prese di posizione e le iniziative da parte del mondo scientifico e dell’informazione, a iniziare dalla campagna di sensibilizzazione dai toni sicuramente aspri e provocatori “Una bufala ci seppellirà”’ intrapresa tempo fa dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Molti ricorderanno, difatti, le scritte “Non mi hanno vaccinato per paura dell’autismo”, “Avevo acquistato sul web un farmaco miracoloso”, “Ho curato il cancro con il bicarbonato di sodio”, sovrastate da una croce, che campeggiavano su altrettante lapidi. Così come il lancio, sempre da parte di Fnmceo, del sito web anti-bufale dottoremaeveroche.it, e del portale contro le fake news in oncologia promosso da Fondazione AIOM e Associazione Italiana di Oncologia Medica.
E non finisce qui. Sempre in tema di lotta alle fake news in fatto di salute si è anche espressa l’Unione Nazionale Medico-Scientifica di Informazione che ha messo a punto un apposito decalogo per proteggersi dalla mala informazione online e che, molto schematicamente, consiglia di:
1) Verificare sempre la fonte
2) Accertarsi dell’aggiornamento del sito
3) Cure mediche: evitare il “fai da te”
4) Diffidare delle prescrizioni senza visita
5) Monitorare il rispetto della privacy
6) Valutare con la giusta attenzione blog e forum
7) Tenere d’occhio i motori di ricerca
8) Non “abboccare” alla pubblicita’ mascherata
9) Acquistare con cautela farmaci online
10) Non cascare nella psicosi del complotto.
Un decalogo che è stato avallato e adottato da numerose comunità scientifiche e che campeggia sulle pareti di numerosi reparti e ambulatori ospedalieri.
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