TrustMeUp rivoluziona il mondo delle donazioni

Chi ha detto che mondo del profit e mondo del no profit non possano incontrarsi?

A metterli insieme c’è TrustMeUp, la piattaforma italiana ideata da Angelo Fasola e Carlo Carmine, che consente di fare donazioni e di recuperare l’importo donato sotto forma di credito e di sconto da spendere nei negozi convenzionati.

«L’idea è nata durante un volo di ritorno da Miami», ci racconta Fasola, CEO e founder di TrustMeUp insieme a Carmine, che ne è il Presidente, «ci siamo confrontati su blockchain e trust nel diritto internazionale ed abbiamo iniziato a lavorare per l’attuazione di quell’idea di creare una piattaforma per il mondo del terzo settore subito, appena atterrati».

La scelta di fare qualcosa per il settore no profit è stata quasi naturale per Fasola, che ci racconta «ho iniziato a fare volontariato quando avevo 17 anni e continuo a farlo. Insieme a Carmine ci siamo resi conto che la blockchain ci avrebbe consentito di fare qualcosa per rendere trasparenti e tracciabili le donazioni, facendo così accrescere la fiducia nei potenziali e negli attuali donatori».

In un’ epoca in cui l’e-commerce si sta ampiamente diffondendo e contemporaneamente cresce la necessità di trovare fondi per tante iniziative di solidarietà, non ultima, se non in termini di tempo, l’emergenza umanitaria causata dalla guerra in Ucraina, un sistema che favorisce le donazioni invogliando i consumatori digitali attraverso un sistema che li premia con uno sconto che va a sostenere anche l’economia, rappresenta un modo del tutto originale ed innovativo di creare valore.

Ma come funziona TrustMeUp?

«Funziona su due modelli principali», spiega Fasola, «il primo è Dona, Ricevi e Compra, il secondo è Dona Comprando.

Nel primo caso, vado sulla piattaforma, trovo l’associazione o il progetto che voglio sostenere e faccio la mia donazione. Questa viene registrata in blockchain: ogni euro donato genera un token riutilizzabile sotto forma di sconto, che chiamiamo PAC, che posso spendere nella Galleria Commerciale. I negozi presenti in questa galleria infatti riconoscono al donatore uno sconto massimo, solitamente il 15%, pari al valore del PAC, quindi l’importo donato viene ricompensato al 100%.

A questo punto entra in gioco il secondo modello, quello di Dona Comprando. Ad ogni acquisto, infatti, il donatore può decidere di destinare gratuitamente una parte del costo del bene che sta acquistando ad una associazione». Effettuare un acquisto diventa così una occasione di fare un’azione di solidarietà consapevole.

Quale riscontro ricevete dalle associazioni?

«Sono molto felici», commenta Fasola, «perché è la prima volta che, nel mondo del fundraising, siamo riusciti ad unire profit e no profit, realizzando una responsabilità sociale condivisa in cui tutti gli attori in causa sono vincenti.

Il negozio espone uno sconto ed effettua una vendita, il consumatore-donatore sceglie di donare, l’associazione ne beneficia. TrustMeUp mette a disposizione dei merchant uno spazio-vetrina completamente gratuito rivolgendosi ai donatori digitali e chiedendo ai negozi una piccola percentuale sul fatturato. Di fatto, i negozi realizzano la CSR – la Corporate Social Responsibility – in quanto, a fine anno, rilasciamo un report che possono inserire nel loro bilancio sociale».

Il valore medio delle donazioni? «Tra i 50 ed i 60 euro».

Ad oggi, la piattaforma raggruppa 43 associazioni, tra cui SOS Villaggi dei bambini, City Angels, L’albero della vita, per citarne alcune tra le più note ed «è appena salita a bordo di TrustMeUp anche Telethon e questo è un grande successo perché è una delle associazioni no profit di maggior rilievo e non solo in Italia», afferma Fasola. Inoltre il consumatore comprando può scegliere di donare ogni volta ad un’associazione diversa oppure può fare donazioni ricorrenti ad ogni acquisto e questo “alimentare” l’acquisto e contemporaneamente la donazione, rende questo sistema un fundraising sostenibile. Il numero dei punti vendita presenti nella Galleria Commerciale è in continua crescita, così come quello degli utenti registrati. Fino ad ora sono 28 i negozi in vetrina, che appartengono ad un’ampia varietà di categorie merceologiche, da quella alimentare ai prodotti per gli animali, a quelli per la casa, l’abbigliamento, la cosmesi, i prodotti per l’ufficio.

«Entro fine anno la piattaforma sarà multi currency, per permettere anche donazioni ed acquisti in tutto il mondo», svela infine Fasola.

Valentina Tafuri
Informazioni su Valentina Tafuri 19 Articoli
Giornalista free-lance. Ha all'attivo collaborazioni giornalistiche con varie riviste/giornali, sia della carta stampata (Focus, Donna Moderna, Focus Jr., Il Denaro, La Città, Riflessi) sia con siti web (direttore di www.ecodisalerno.com, ha collaborato con www.infocity.it). Si occupa anche di consulenza aziendale in qualità di addetto stampa e in ambito di comunicazione: piano di comunicazione, giornalista e addetto stampa, organizzazione fiere e meeting aziendali, content manager. Si occupa anche di traduzioni e attività commerciali con l'estero.

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