La robotica nei piani della UE, tra sviluppo e proposte di regolamentazione

Dal 20 al 26 novembre 2017 si è svolta in tutta Europa la settimana della robotica che ha avuto come cuore centrale della manifestazione gli eventi organizzati a Bruxelles tra il 20 e il 23 novembre.

Futuristic man

Stando agli showcase organizzati in Bruxelles, gli ambiti, in cui sembra si stiano concentrando gli impegni del mondo della robotica, sono: salute, educazione, ambiente, cooperazione internazionale.

Sono state anche organizzate esibizioni da parte della Sohjoa Baltic Robobus, che si è dedicata allo sviluppo di autobus senza conducente, oltre al Inqbet Hackathon, una sorta di competizione in cui si sfidano diverse applicazioni destinate al mondo della robotica da parte non solo del modo delle start up, ma anche dai colossi del web e della tecnologia, quali Google e Microsoft.

Da quel che si può vedere sui progressi del settore, quindi, alcune funzioni, che non troppo tempo fa potevano solo essere oggetto di desiderio, si stanno sempre di più convertendo in realtà.

Per questo motivo, ora che siamo sempre più vicino all’applicazione concreta di alcune di queste tecnologie, è opportuno cominciare a porsi delle domande in merito al loro impatto sulla società, ad esempio sul mondo del lavoro, ovvero da punto di vista sistematico.

Quanto al loro impatto dal punto di vista sociale, è stato più volte scritto come la robotica possa andare a sostituire certi lavori creandone però, a detta di molti, molti altri di diversa natura ma ad essa collegati.

Oltre a questo, si pone il problema di capire come inquadrare dal punto di vista giuridico le nuove macchine.

Infatti, prendiamo l’esempio dei robot che faranno assistenza ai soggetti affetti da patologie croniche; in tal caso, riguardo ad un eventuale loro malfunzionamento con conseguente danno a carico della persona assistita, chi sarà chiamato a risponderne, il produttore? Il programmatore dell’applicazione che lo sta facendo funzionare? L’utente stesso? Un’eventuale società terza incaricata di gestirli? O addirittura il robot stesso, in virtù della sua capacità di elaborazione autonoma grazie all’intelligenza artificiale? Oppure, se tutti i dati sensibili del paziente o, peggio ancora, tutti i dati dei pazienti curati con la stessa tecnologia fossero rubati a causa di un data breach, chi ne risponderebbe?

Altro esempio molto attuale, parliamo dei robot finalizzati all’assistenza nel campo della cooperazione internazionale: esistono macchine in grado di aiutare nella ricerca di persone in mare, controllo dei confini, oppure ricerca in ambienti ostili, come ad esempio in alta montagna.  Oppure c’è l’esempio del campo dell’educazione dove si stanno sviluppando dei robot rivolti a soggetti con determinate patologie (ad esempio bambini colpiti da autismo).

Come abbiamo detto, il fenomeno ha dimensione continentale e viene costantemente monitorato dall’Unione Europea che, oltre ad interessarsene da un punto di vista di ricerca e sviluppo, se ne occupa anche a livello normativo; infatti, sempre quest’anno il parlamento europeo ha emanato delle raccomandazioni indirizzate alla commissione nell’andare a normare il comparto della robotica.

Queste raccomandazioni, datate 16 febbraio 2017, prendono atto dello sviluppo delle nuove tecnologie con particolare riferimento alla robotica e all’intelligenza artificiale.

In particolare, si pongono diverse considerazioni tra cui le più rilevanti sono di natura commerciale, nel senso che si prende atto dell’importanza del fenomeno per cui, dati alla mano, risulta che tra il 2010 e il 2014 la vendita di robot era stabile al 17% annuo e che nel 2014 è aumentata fino al 29% e che le richieste di brevetto per le tecnologie robotiche sono triplicate nel corso dell’ultimo decennio.

Da altro punto di vista, ci si rende conto che lo sviluppo della robotica e dell’intelligenza artificiale ha potenzialità incredibili di trasformare le abitudini di vita e lavorative, innalzare i livelli di efficienza, di risparmio e di sicurezza e migliorare il livello dei servizi, nel breve e medio termine; e si considera che la robotica e l’intelligenza artificiale promettono di portare benefici in termini di efficienza e di risparmio economico non solo in ambito manifatturiero e commerciale, ma anche in settori quali i trasporti, l’assistenza medica, l’istruzione e l’agricoltura, consentendo di evitare di esporre esseri umani a condizioni pericolose.

Da un punto di vista demografico si dà atto che l’invecchiamento, l’allungamento della speranza di vita, dovuto ai progressi nell’ambito delle condizioni di vita e della medicina moderna, rappresenta una delle maggiori sfide politiche, sociali ed economiche del XXI secolo per le società europee e che, per questo, entro il 2025, oltre il 20 % dei cittadini europei avrà 65 anni o più e che si assisterà a un aumento particolarmente rapido di chi ne avrà 80 o più; il che comporterà un equilibrio sostanzialmente diverso tra generazioni all’interno delle nostre società, e che è interesse della società che le persone anziane rimangano in salute e attive quanto più a lungo possibile.

Guardando invece i progressi della tecnologia, si tende a sviluppare macchine autonome e intelligenti, in grado di apprendere e prendere decisioni in modo indipendente, e questo genera nel lungo periodo non solo vantaggi economici, ma anche una serie di preoccupazioni circa gli effetti diretti e indiretti sulla società nel suo complesso.

Invece, da un punto di vista giuridico, si considera che l’apprendimento automatico offre si enormi vantaggi economici e innovativi per la società migliorando notevolmente le capacità di analisi dei dati, ma pone al contempo enormi sfide legate alla necessità di garantire: la non discriminazione, il giusto processo, la trasparenza e la comprensibilità dei processi decisionali.

L’automazione delle mansioni a minor valor aggiunto non più richieste agli umani obbliga i governi a ripensare e investire nell’istruzione e in altre riforme, al fine di migliorare la ridistribuzione delle tipologie di competenze di cui avranno bisogno i lavoratori di domani, ovvero si può ipotizzare verso attività lavorative di supporto al mondo robotico o di tipo creativo e/o progettuale;

Da altro punto di vista si consideri che, a fronte delle crescenti divisioni della società e della riduzione delle dimensioni della classe media, è importante tenere presente che gli sviluppi della robotica possano condurre a una forte concentrazione di ricchezza e potere nelle mani di una minoranza. Quindi, secondo questa considerazione, bisogna valutare se i governi decidano di assecondare questo processo o decidano di mettere in atto delle politiche fiscali con evidenti scopi redistributivi della ricchezza prodotta all’interno dell’intero sistema.

Riguardo alla responsabilità, la tendenza all’automazione esige che i soggetti coinvolti nello sviluppo e nella commercializzazione di applicazioni dell’intelligenza artificiale integrino gli aspetti relativi alla sicurezza e all’etica fin dal principio, riconoscendo, pertanto, che devono essere preparati ad accettare di essere legalmente responsabili della qualità della tecnologia prodotta; possono e dovrebbero essere pensati in modo tale da preservare: la dignità, l’autonomia, l’autodeterminazione degli individui, soprattutto nei campi dell’assistenza e della compagnia da parte di esseri umani e nel contesto delle apparecchiature mediche atte alla “riparazione” o al “miglioramento” degli esseri umani.

Riguardo al campo decisionale, si sottolinea come questo avvenga sempre di più attraverso procedure automatizzate e algoritmiche, le quali hanno indubbiamente un impatto sulle scelte compiute non solo dai privati e imprese, ma anche dalle autorità amministrativa, giudiziaria o da un qualsiasi altro ente pubblico; pertanto, risulta più che opportuno che i dispositivi di sicurezza e la possibilità di verifica e controllo umani debbano essere integrati in questi processi.

Un esempio è quello delle procedure bancarie, dove sempre di più l’affidabilità di un cittadino o di una impresa viene stabilito attraverso parametri riversati in un algoritmo, oppure su un altro piano come quello degli investimenti su mercati regolamentati (borse, etc..), dove gli operatori operano attraverso bot, o ancora il caso della pubblica amministrazione dove la collocazione del corpo docente all’interno dello stato nazionale viene effettuata sulla base di un algoritmo (succede in Italia).

Guardando invece fuori dai confini europei, il parlamento prende atto che alcuni Stati esteri, quali Stati Uniti, Giappone, Cina e Corea del Sud, stanno prendendo in considerazione, e in una certa misura hanno già adottato, atti normativi in materia di robotica e intelligenza artificiale, e che alcuni Stati membri hanno iniziato a riflettere sulla possibile elaborazione di norme giuridiche o sull’introduzione di cambiamenti legislativi per tenere conto delle applicazioni emergenti di tali tecnologie.

Tematica più prettamente europea è, invece, quella di sottolineare come il soggetto più idoneo a mettere in atto il processo legislativo in materia sia l’Unione Europea, unico in grado garantire l’uniformità del sistema sotto tutti i punti di vista qui accennati, così da permettere alle imprese di sviluppare le proprie applicazioni e pianificare i propri modelli commerciali su scala quantomeno europea.

Alla luce di ciò, risulta più che opportuno per il parlamento porre in primo luogo delle raccomandazioni in materia di responsabilità civile, infatti afferma: “qualsiasi soluzione giuridica si scelga da applicare alla responsabilità per i robot e l’intelligenza artificiale in casi diversi da quelli di danni alle cose non dovrebbe in alcun modo limitare il tipo o l’entità dei danni che possono essere risarciti, né dovrebbe limitare le forme di risarcimento che possono essere offerte alla parte lesa per il semplice fatto che il danno è provocato da un soggetto non umano. Il futuro strumento legislativo dovrebbe essere fondato su una valutazione approfondita della Commissione che stabilisca se applicare l’approccio della responsabilità oggettiva o della gestione dei rischi. Dovrebbe inoltre essere istituito un regime assicurativo obbligatorio, che potrebbe basarsi sull’obbligo del produttore di stipulare una copertura assicurativa per i robot autonomi che produce. Il regime assicurativo dovrebbe essere integrato da un fondo per garantire il risarcimento dei danni in caso di assenza della copertura assicurativa. Qualunque decisione politica relativa alle norme sulla responsabilità civile applicabili ai robot e all’intelligenza artificiale dovrebbe essere presa di concerto con un progetto di ricerca e sviluppo di portata europea dedicato alla robotica e alla neuroscienza, con scienziati ed esperti in grado di valutarne tutti i rischi correlati e le possibili conseguenze”.

Successivamente, oltre a precisare la definizione e classificazione dei robot intelligenti, la registrazione dei robot, il parlamento pone la stessa attenzione sulle seguenti questioni: la creazione di un’agenzia europea, i diritti di proprietà intellettuale e flusso di dati, normazione, sicurezza e protezione, mezzi di trasporto autonomi (veicoli autonomi, droni RPAS), robot impiegati per l’assistenza, robot medici, interventi riparativi e migliorativi del corpo umano, educazione e lavoro, impatto ambientale, responsabilità, aspetti internazionali.

Alla luce di quanto visto, possiamo quindi vedere come dal punto di vista istituzionale il soggetto che si sta muovendo per appoggiare e regolamentare i nuovi campi dell’industria a maggior impatto sulla società attuale e futura sia l’unione europea, la quale, in virtù della sua capacità di analisi a livello sovranazionale, ha posto nelle sue raccomandazioni una serie di interrogativi, o meglio, dei punti cui dedicare attenzione e ricerca, i quali saranno sicuramente al centro dello studio e sviluppo da parte sia del mondo industriale, che della ricerca per i prossimi decenni.

Salvatore Familiari
Informazioni su Salvatore Familiari 1 Articolo
Laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, perfezionato in computer forensics e data protection all’Università degli Studi di Milano presso cui è Cultore della materia alla cattedra di Informatica Giuridica Avanzata, nonché membro del Information Society Law Research Centre, si dedica al diritto amministrativo, compliance ex D. Lgs. 231/01 e privacy, ha scritto per la rivista “Ciberspazio e Diritto” edita da STEM - Macchi Editore, Giuffré, collabora inoltre con la redazione de “Il Quotidiano Giuridico” portale di informazione giuridica edito dal gruppo Wolters Kluwer Italia. Vanta altresì esperienza di studio e lavoro sia in Italia che all’estero. Parla Italiano, Spagnolo, Inglese.

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