Le compagnie aeree sono la nuova frontiera per il food & wine

Un anno fa avremmo mai immaginato che una delle più grandi compagnie aeree del mondo si sarebbe dedicata alla vendita diretta di vini con tanto di raccolta punti annessa? Ovviamente avremmo pensato ad una bufala o ad una fake news.

Oggi è diverso: la pandemia ci sta abituando ai suoi effetti eccentrici disseminati un po’ in tutti i settori, pronti a sconvolgere le logiche di business e a creare molta confusione.

Ma facciamo un passo indietro per capire come si è arrivati a tutto questo.

Negli ultimi 11 mesi il trasporto aereo ha subìto una battuta d’arresto senza precedenti vedendo crollare drasticamente il numero di passeggeri, 8 milioni rispetto ai 193 milioni registrati nel 2019, un balzo indietro di oltre venticinque anni per il settore.

Con i divieti imposti dalla pandemia intere flotte sono state costrette al fermo e lo saranno ancora a lungo con perdite stimate dalla IATA per il biennio 2020-2021 pari a 132 miliardi di euro.

Le compagnie si trovano a dover fronteggiare l’emergenza e a dover attuare strategie di gestione della crisi che garantiscano un futuro a loro stesse, ai dipendenti e ai passeggeri.

Nascono così iniziative che le vedono impegnate come operatori, probabilmente temporanei, del settore Food & Wine.

L’obiettivo è quello di arginare le perdite da un lato e dall’altro mantenere vivo il contatto con i passeggeri, in particolare con i frequent flyer, i più coccolati e premiati per la loro fedeltà, considerato che si dovrà aspettare probabilmente il 2023 per tornare a volare con regolarità.

Ed ecco che Singapore Airlines ha trasformato due degli Airbus A380 della sua flotta di Changi in ristoranti su più livelli, con menù ad hoc a seconda della classe prenotata, lasciando intatta l’esperienza food del volo, ma tenendo i passeggeri al riparo da eventuali turbolenze. Prezzi che oscillano dai 50 euro dell’economy ai 600 per un pranzo o una cena in suite. L’esperimento è stato un successo, in pochi giorni esauriti i posti messi a disposizione dalla compagnia.

A quanto pare c’è molta voglia di tornare a salire su un aereo anche senza decollare; ma per chi, invece, considerasse volare la priorità c’è sempre la soluzione offerta da Qantas con i suoi itinerari di 7 ore verso il nulla. In pratica, si decolla, si fa un giro sorvolando la Barriera Corallina e si torna indietro.

E’ invece di pochi giorni la notizia del lancio del Wine Club di American Airlines con servizio di delivery annesso.

Attraverso il programma chiamato “Flagship Cellars” i passeggeri possono ricevere i migliori vini della carta della compagnia direttamente a casa.  Si tratta di una operazione volta a svuotare fisicamente la cantina, nota per essere tra le meglio fornite con selezioni di pregio, ma rimasta intonsa per quasi un anno a causa del fermo dei voli.

Alison Taylor, Chief Customer Officer di American Airlines, ha ribadito il ruolo del vino per i viaggiatori quale trait d’union che rafforza il legame con i luoghi che amano visitare. Il programma Flagship Cellars rappresenta da un lato una soluzione per valorizzare il lavoro del team di sommelier della compagnia, dall’altro un’opportunità per i clienti di goderne anche se non volano in una delle cabine premium.

In questo modo si offre la possibilità di una esperienza da prima classe ad una platea più ampia, potendosi circoscrivere l’acquisto a poche etichette, senza far venire meno la percezione dell’appartenenza ad un club esclusivo. Attenzioni che in questo momento creano e rafforzano il legame con il brand a più livelli. 

Gli iscritti al wine club possono scegliere i propri vini, o acquistare un abbonamento mensile che ne include tre al prezzo di cento dollari, guadagnando miglia del programma fedeltà AAdvantage. Insomma, bevi oggi e accumuli punti per viaggiare domani: un bel modo per sognare di tornare alla libertà, anche ad alta quota.

Informazioni su Angela Petroccione 20 Articoli
Giornalista, esperta di comunicazione, muove i primi passi nel settore assicurativo per passare a quello politico istituzionale e al farmaceutico. La sua passione negli anni la porta a dedicarsi alla consulenza di marketing nel settore vinicolo. Racconta dei suoi viaggi e degustazioni in giro per l’Italia nel suo blog Visvino.