Negli ultimi mesi è in corso un fenomeno sorprendente: le maggiori imprese USA stanno chiudendo gli stabilimenti esteri per tornare a produrre in patria.
E’ il cosiddetto insourcing (“riportare dentro”), il contrario dell’outsourcing che ha caratterizzato lo sviluppo industriale dell’ultimo decennio. I pionieri di questa nuova tendenza sono big del calibro di Apple, Boeing, General Electric e Whirpool.
l motivi di questo cambio di rotta sono vari: i prezzi petroliferi triplicati dal 2000 ad oggi che rendono poco conveniente spostare le merci da un continente all’altro, i salari quintuplicati dal 2000 ad oggi nei paesi cosiddetti emergenti che si stanno allineando a quelli occidentali e l’avvento dell’Internet Industrial, la convergenza tra macchine intelligenti, software analitico e utenti che sta cambiando il modo di progettare le fabbriche.
C’è anche un altro motivo che ha convinto i Ceo di alcuni gruppi americani a produrre in casa. Si sono resi conto che la separazione della fase di progettazione da quella di manifattura alla lunga diventa un ostacolo all’innovazione e crea problemi nella fattura del prodotto stesso.
Di questa opinione è anche Harry Moser, promotore della Reshoring Iniziative, che sostiene: “I problemi e le idee che nascono in fabbrica dovrebbero far parte integrante del processo di Ricerca&Sviluppo di un’azienda. Progettisti e designer, tecnici e operai, dovrebbero lavorare a stretto contatto e non con un oceano, una cultura e una lingua diverse di mezzo. Per questo motivo, e per tutti i costi nascosti dell’outsourcing, come le difficoltà di comunicazione, un quarto di ciò che oggi viene fabbricato altrove sarebbe più profittevole se fatto negli States“.
Va detto che l’outsourcing conserva ancora una sua efficacia per le produzioni a basso valore aggiunto (e ad alto volume), mentre l‘insourcing rappresenta il futuro per le imprese che devono competere sulla fascia alta del mercato, quella che punta all’innovazione.
E l’Europa? Travolta da una crisi strutturale di identità sta rischiando di “perdere il treno” dell’insourcing che le consentirebbe di abbattere le tensioni sociali derivanti dalla delocalizzazione delle sue maggiori imprese e di posizionarsi, finalmente, su produzioni ad alto valore tecnologico che, come abbiamo visto, hanno bisogno che progettazione e manifattura condividano lo stesso sito operativo.
Commenta per primo