Scuole, eventi e musei: crescono gli investimenti in cultura del vino

E’ di pochi giorni la notizia che Michel Chasseuil, uno dei più grandi collezionisti di vino del mondo, aprirà nel piccolo borgo francese di Chapelle Baton un museo esclusivo dedicato ad etichette rare, con esemplari che risalgono all’inizio dell’Ottocento, pezzi unici e verticali complete.

Un luogo mistico, dedicato alla contemplazione, non certo all’assaggio, di quelle che vengono considerate vere e proprie opere d’arte, pezzi di storia dell’enologia. Il costo del biglietto, circa 500 euro, fa parlare di sé quanto l’iniziativa, ma in tanti scommettono che “il Louvre del vino” contribuirà a rilanciare l’enoturismo nelle aree limitrofe che potrebbero guadagnare in termini di visibilità.

E si riapre il dibatto sull’importanza degli investimenti in cultura del vino e le relative ricadute sul settore: non si può negare che grazie ai poli attrattivi si moltiplichino gli eventi, ci si avvicini alle aziende del territorio attraverso incontri, visite, esposizioni, si rafforzi la percezione della dimensione vitivinicola come valore di un territorio. 

La Francia non è nuova a queste iniziative, ne è probabilmente pioniera, tra le prime ad introdurre l’insegnamento dei fondamenti dell’enologia nelle scuole. A Bordeaux, ormai da decenni, intere scolaresche vengono portate a spasso tra filari con il cahier des vignes” sotto il braccio, un vocabolario del vino che aiuta loro a comprendere come crescono le viti, di cosa si compone la terra, qual sono le migliori combinazioni di clima, altitudine ed esposizione per far crescere bene l’uva. E sempre a Bordeaux nel 2016 è stata inaugurata la Città del Vino, classificata da National Geographic al 7° posto tra i migliori musei del mondo. Una architettura unica che nei suoi 13mila metri quadri di esposizione riproduce un viaggio intorno al mondo, attraverso il tempo, lo spazio e le culture, seducendo i suoi visitatori con una racconto  incentrato sul vino inteso come patrimonio dell’umanità.

Anche in Italia sono numerosi i progetti culturali, compresi quelli museali, volti a far crescere la scoperta del vino quale fattore identitario del nostro paese.

Da almeno quattro anni, su iniziativa di Federvini ed Assoenologi, in particolare con il sostegno del Presidente Riccardo Cotarella, si prova ad introdurre nelle scuole elementari e medie l’obbligo di un’ora a settimana dedicata alla storia e alla civiltà del vino. Ad oggi la proposta resta sulla carta ma i promotori non disperano.

Qualcosa si muove in Franciacorta dove, al pari dei cugini d’oltralpe, i bambini vengono portati tra le vigne e in cantina per imparare i fondamenti sul vino e sulla viticultura e conoscerne le origini e tradizioni.

Più concreto il percorso di sviluppo delle strutture museali dedicate che in Italia crescono anno dopo anno.

Per il New York Times il primato sarebbe del Museo della Cultura del Vino di Torgiano, in Umbria, creato da Giorgio e Maria Grazia Lungarotti nel 1974. 

Il MUVIT si sviluppa lungo 20 sale e offre ai visitatori la scoperta di oltre 3000 manufatti che abbracciano 5000 anni di storia, esposti secondo criteri museografici interdisciplinari rigorosi e scientifici. Le collezioni hanno come temi la viticoltura, il vino nel mondo antico, la simbologia, il vino e le arti  del fuoco, l’artigianato, le incisioni e l’editoria. 

Tra i musei innovativi spicca il WiMu di Barolo, ospitato dal millenario Castello Falletti, nelle Langhe, una struttura che ha aperto i battenti dieci anni fa. Il suo ideatore, François Confino, autore di allestimenti di mostre in tutto il mondo, ha scelto la formula del viaggio interattivo ed emozionale per raccontare poeticamente il rapporto tra uomo e vino. Con Barolo Città Italiana del Vino 2021 il WiMu si candida a divenire osservatorio privilegiato per le nuove tendenze in atto nel settore, non mancheranno infatti eventi, conferenze, seminari e presentazioni di studi. 

Musem è invece il  Museo sensoriale e multimediale del Vino di Bolgheri e della Costa toscana  voluto dall’imprenditore-designer Franco Malenotti.

Qui, in un susseguirsi di sale, è possibile assaggiare cibi e vini ispirati all’epoca di riferimento, ed osservare attraverso video multimediali la storia e i metodi di coltivazione delle varie epoche. A fare da Cicerone in questo percorso virtuale è il Prof. Attilio Scienza, che accompagna i visitatori alla scoperta delle tradizioni vinicole e gastronomiche dagli Etruschi ai Romani, a quelle medievali ed ottocentesche.

Punto di riferimento al sud della penisola è il MAVV – Wine Art Museum,il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite ospitato dalla Reale Reggia di Portici in seno al Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e il cui comitato scientifico è presieduto dal Prof. Luigi Moio. L’idea alla base del progetto è quella di accrescere la cultura del vino da un lato e dall’altro moltiplicare le occasioni di incontro tra il tessuto produttivo locale e gli enoturisti attraverso l’organizzazione di mostre, fiere ed eventi sulla promozione e la divulgazione dei prodotti locali di alta qualità e le tipicità del territorio.

Le realtà e le iniziative impegnate nell’accrescimento della cultura del vino sono destinate dunque a crescere e giocheranno un ruolo determinante nello sviluppo dell’enoturismo e dell’economia dei territori e anche nell’accrescimento della competitività a livello internazionale, ancor più quando l’emergenza pandemia sarà archiviata. Il potenziale è enorme, in particolare in l’Italia, uno dei paesi che custodisce il patrimonio storico-culturale ed enologico tra i più ampi. Sarà importante fare in modo che gli sforzi siano coordinati e si attivino sinergie con il tessuto produttivo e turistico per accelerare i tempi della ripresa e della rilancio del settore vitivinicolo. La strada, anche se in salita, sembra essere già tracciata dai trend.

Informazioni su Angela Petroccione 20 Articoli
Giornalista, esperta di comunicazione, muove i primi passi nel settore assicurativo per passare a quello politico istituzionale e al farmaceutico. La sua passione negli anni la porta a dedicarsi alla consulenza di marketing nel settore vinicolo. Racconta dei suoi viaggi e degustazioni in giro per l’Italia nel suo blog Visvino.