Il valzer dell’impiccato. Da Manhattan a Napoli, un thriller con mille sfumature

Un thriller pieno di suspense e multi strato. Così si potrebbe definire la nuova opera dello scrittore americano Jeffery Deaver, conosciuto dal grande pubblico per “Il collezionista di ossa”, confluito poi nell’omonimo film omonimo che vedeva come protagonisti Denzel Washington e Angelina Jolie.

Ancora un volta sarà il famoso criminologo Lincoln Rhyme, in procinto di sposarsi con Amelia Sachs, a condurci in una storia intricata e piena di colpi di scena. Storie che, come una matriosca, si dipanano sino a condurre ad un finale ragionato che affonda in una pregnante attualità quali sono l’emergenza migranti e il terrorismo internazionale.

La prima indagine italiana di Rhyme e Sachs è dedicata: “Alla memoria del mio amico Giorgio Faletti. Manchi al mondo”, stima che lo scrittore americano aveva già dimostrato in Faletti nel 2004 quando uscì il secondo romanzo, “Niente di vero tranne gli occhi”, quando dichiarò: «Uno come Faletti dalle mie parti si definisce larger than life, uno che diventerà leggenda». Omaggio che lo si può leggere anche con alcuni elementi presenti nella storia come la passione per la musica di Stefan, lo psicopatico definito il Compositore, che ricorda il thriller di Faletti “Io uccido” in cui l’assassino fa ricorso alla musica per annunciare i suoi omicidi o ancora in “Niente di vero tranne gli occhi” la cooperazione tra l’ex tenente della polizia di New York Jordan Marsalis e il commissario della polizia di Roma Maureen Martini.

Il racconto parte da Manhattan dove Robert Ellis viene rapito da una persona che lascia come sua firma un cappio in miniatura fatto di budello, usato per realizzare alcuni strumenti musicali. Il rapitore poi realizza un inquietante video in cui si vede la vittima con un cappio al collo che rantola al ritmo di una musica. Dopo le prime indagini del caso il detective del NYPD Lon Sellitto, della divisione Major Cases decide di interpellare il suo ex collega di dipartimento Rhyme che, con sofisticati macchinari, congegni e tecniche, comincia ad indagare.

Lo scenario poi si sposta in Campania dove l’agente della Forestale Ercole Benelli impegnato nella cattura di un malvivente che si distingueva per il commercio di tartufi contraffatti, si trova suo malgrado sul luogo in cui avviene un misterioso rapimento ed un ciclista, che ha assistito alla scena, gli chiede sconvolto aiuto! Sul luogo del rapimento viene rinvenuto un cappio in miniatura! Circostanza che richiama al primo rapimento avvenuto in America e dunque vedrà il criminologo, il suo assistente Thom Reston e la sua compagna arrivare in Italia per seguire l’evolversi degli eventi. Da qui prende il via la parte napoletana della storia in cui man mano fanno il loro ingresso i vari personaggi locali come l’ispettore della Squadra mobile di Napoli Massimo Rossi, il capo della procura di Napoli Dante Spiro, la poliziotta Daniela Canton, il viceispettore Silvio De Carlo, l’agente della Scientifica Beatrice Renza e tanti altri. Presenti anche personaggi americani in stanza a Napoli Charlotte McKenzie e Daryl Mulbry dipendenti del consolato americano che interpelleranno il criminologo per il caso di un giovane studente americano arrestato per stupro che però si dichiara innocente. Storia che poi si incrocerà con la trama principale. La questura di Napoli, in via Medina 75 sarà la sala operativa dove Rhyme e la sua equipe internazionale porterà avanti l’inchiesta sino a giungere all’epilogo ed ai saluti finali.

Lo scrittore dimostra di aver studiato le abitudini italiane, non mancano riferimenti letterari a Camilleri e Montalbano, al cinema d’autore con Rossellini e tanti altri, alla musica con il Festival di Sanremo e l’Eurovision, ai casi di cronaca più sconvolgenti come il mostro di Firenze, Donato Bilancia e finanche l’infermiera sospettata di aver ucciso quasi quaranta pazienti. E poi i luoghi in primis Napoli: Castel dell’Ovo, Santa Chiara e il Cimitero delle Fontanelle di cui spiega essere stato ricovero dalle bombe per i napoletani durante la seconda guerra mondiale: per sfuggire alla morte essi trovarono riparo in un luogo di morte e silenzio eterno! Non mancano poi riferimenti ai politici, di destra in particolare, con un accenno al bunga bunga ed all’intolleranza della Lega per gli immigrati.

La scrittura è veloce e semplice, con qualche terminologia o battuta in italiano anche nella versione originale; le 500 e passa pagine non affaticano il lettore desideroso, pagina dopo pagina, di scoprire quale sarà il risvolto di questa o quella scoperta. La sensazione, da un punto di vista stilistico dell’opera, è che l’autore si rivolga prima di tutto ad un lettore internazionale, americano in primis, infatti si sofferma a spiegare con dovizia di particolari talvolta, gli usi e costumi napoletani ed italiani in generale. Ad esempio spiega che in Italia ci sono diverse forze di polizia come quella di Stato che ha compiti di Polizia Giudiziaria, Carabinieri, con compiti di polizia militare, Guardia di Finanza, Guardia forestale e così via (facendo anche un riferimento al fatto che le guardie forestali confluiranno nell’arma dei carabinieri). Racconta inoltre nelle parole e nei pensieri del protagonista di aver scoperto che in Italia si beve Coca cola con una fettina di limone, o che le bevande per lo più vengono servite senza ghiaccio, (Ercole bevve un sorso di succo, servito senza ghiaccio. Rhyme aveva notato che in Italia portavano così molte bevande. E nella Coca-Cola mettevano spesso il limone).

Gradevole il menù che viene offerto al criminologo ed alla compagna verso la fine della narrazione con piatti tipici locali e l’incoronazione della Mozzarella locale, quale la più buona d’Italia, (come dargli torto!), e sua maestà la sfogliatella: “Per dolce, così com’è d’obbligo, le sfogliatelle: il pasticcino che Napoli ha donato al mondo.” Insomma un thriller da tante sfumature che vale la pena di leggere e conservare anche per scoprire come l’Italia appare al mondo, e tutto sommato facendo un bilancio va detto che non ne esce per niente male.

Simona Buonaura
Informazioni su Simona Buonaura 6 Articoli
Giornalista dal 2001, dal 2013 Giornalista professionista. Laureata in lettere moderne presso l'Università Federico II di Napoli con indirizzo Musica Spettacolo e Comunicazione di Massa. Dopo la laurea ha seguito un corso di alta formazione presso l'università Orientale di Napoli dal titolo "Innovazione e semplificazione della Pubblica Amministrazione". Al termine del corso si è trasferita a Milano dove ha seguito un corso di alta formazione dal titolo "Project manager eventi culturali" il corso che puntava a preparare una nuova figura professionale, è terminato con uno stage presso il Teatro Piccolo di Milano dove ha preso parte alla preparazione, come aiuto produzione, dello spettacolo teatrale di Franco Branciaroli "Cos'è l'amore" con la regia di Claudio Longhi. Ritornata a Napoli, dopo un'interessante parentesi milanese, si è dedicata alla docenza di Marketing e Comunicazione ed alla redazione di articoli. Dal 2008 è il Direttore Responsabile della rivista ufficiale dell'Associazione Pasticcieri Napoletani "La voce del Pasticciere". Attualmente è corrispondente in Campania per Pasticceria Internazionale e per la rivista Sipario.

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