Il lato B rivendica con insistenza lo status di lato A. L’estetica contemporanea vive un momento di deflagrante, inarrestabile culo-centrismo. Le figure di plastilina dell’artista svedese Nathalie Djurberg, star della scorsa Biannale di Venezia, hanno sempre fondoschiena generosi.
Il romanzo d’esordio di Alessandra Faiella, satira semi-fiction sull’Italia del ciarpame teletrash e del velinismo dilagante, si intitola non a caso Il lato B e racconta dell’ascesa inarrestabile di tale soubrette Katia G., divenuta potentissima grazie alle malìe di un sedere da favola.
Di “culi sensazionali” abbonda poi l’alt.porn in rete, rivincita della carne e del godimento vero sugli squittii posticci e la plastica inerte imperanti nel porno mainstream, preconfezionato e fasullo. Ma il porno, si sa, è cosa per pochi. O meglio, è cosa per tutti, ma del genere che si fa e non si dice. Che dire piuttosto della non indifferente influenza sull’immaginario collettivo del generoso posteriore della signora Obama, esibito senza troppe remore sotto pantaloni aderenti, shorts vacanzieri e più ufficiali gonnelle a ruota da fanciulla in fiore? O del derrière di Jennifer Lopez, così unico e fantastico da essersi meritato una stratosferica assicurazione con premio a svariati zeri?
E, infine, come non citare il Lato B più famoso d’Inghilterra, quello di Pippa Middletown, la cui fama ha oscurato anche il matrimonio di William e Kate.
La rivincita del culo, che ormai ha eguagliato e forse sorpassato il seno nella corsa alla seduzione, dice molto a proposito di questo periodo di crisi permanente, e di conseguente ritorno a ciò che è vero, che dura e rassicura. Il sedere, infatti, al contrario del seno, solo in minima parte si può modificare per via chirurgica: lo si tiene come è, o lo si modella con un estenuante esercizio fisico.
Parente stretto dei fianchi, allude ad un modello di femminilità morbido, inclusivo, materno, non ossuto e nemmeno respingente. Tondo e tonico, non deve per forza essere esibito attraverso scollature abissali: basta intuirne la rotondità sotto gli abiti. Fa il paio con la vita stretta, che tutti, da Prada in su e in giù, hanno di recente riscoperto. Il culo, soprattutto, invita ad essere seguito: non è un leader, ma offre certezza, e di questi tempi non è poco.
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