Viviamo un’epoca ossessionata da salute, benessere, fitness. Che le fissazioni degenerino è parte del gioco. Prepariamoci allora ad inserire un nuovo termine nel nostro vocabolario: ortoressia. Ovvero? L’ossessione patologica per le diete e i cibi sani.
Alzi la mano chi non ci è cascato, almeno per qualche giorno o anche per qualche mese, nel tranello del gluten free, nella fissa del crudismo, nella rinuncia ai carboidrati. E non per oggettivi motivi di intolleranza o allergia: per scelta e basta. Senza parlare naturalmente dell’anatema fisso scagliato contro i grassi: quello unisce tutti. Ogni settimana ne esce una nuova che, come una sorta di culto laico, sembra promettere la salvezza eterna – il corpo perfetto, perfettamente efficiente – attraverso una rinuncia alimentare, o una dieta monotematica, che più è dura, più impone sacrifici, più si annuncia efficace. Come se il genere umano, che ha attraversato i millenni mangiando di tutto, dovesse espiare infiniti peccati alimentari ed elevarsi attraverso uno stile di vita dal rigore ascetico.
Il termine “ortoressia nervosa” è stato coniato nel 1997 dallo psichiatra Steven Bratman, che ne ha parlato come di un disturbo dell’ansia, espressione della necessità di esercitare controllo sulla propria esistenza. È una sorta di ossessione compulsiva, che nasce dall’illusione di giovare al proprio corpo, quando in realtà si rischia seriamente di danneggiarlo. Producendo carenze o, peggio, ingerendo cibi sani che in realtà non lo sono per nulla. Quasi sempre, poi, il danno è all’intelligenza, e ha qualcosa di assolutamente esilarante. Vedi il caso della dieta paleo, che predica addirittura il ritorno a uno stile alimentare primitivo, pre-invenzione dell’agricoltura, e bandisce grano, cibi lavorato e latticini.
Insomma, come se l’uomo tecnologico d’improvviso di mettesse a brucare erbette selvatiche, o qualcosa di simile, o rinunciasse del tutto ad alimenti entrati di diritto nella nostra cultura. Tutto questo, naturalmente, in nome della salute, prima di scoprire la prossima dieta sana che contraddice la precedente. Non sarebbe meglio, come dicevano le nonne, poco ma di tutto?
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