I funerali di Gilberto Benetton e la follia dell’odio in rete per il crollo del Ponte di Genova

Le campagne pubblicitarie contro il razzismo, le sfide industriali vinte, i posti di lavoro creati, il mecenatismo sportivo, l’imprenditoria illuminata. Tutto dimenticato sotto le macerie del ponte di Genova e sotto quelle virtuali dell’odio e degli insulti che la rete ha fatto cadere sulla famiglia Benetton.

Gilberto Benetton se ne è andato nel momento peggiore, nell’annus horribilis per la sua famiglia, non solo per i fatti di Genova, ma anche per i diversi lutti che l’hanno colpita negli ultimi mesi. A febbraio la scomparsa di Fioravante Bertagnin, marito di Giuliana Benetton, durante una vacanza con la moglie, figura di primo piano all’interno della famiglia. A metà luglio la morte di Carlo, il più giovane dei quattro fratelli. Ed ora è toccato a Gilberto.

Tutti lo consideravano l’anima finanziaria del gruppo, anche se lui amava dire: “Non sono un esperto di finanza“. Ma più dei lutti, forse è l’odio feroce e il veleno vomitato dagli utenti nella rete attraverso i social che fanno male alla famiglia trevigiana, sinonimo del made in italy nel mondo. La rete non perdona ai Benetton la tragedia del ponte di Genova.

Prima che vengano accertate eventuali responsabilità, sul web il verdetto è già stato emesso: colpevoli! Giusto ascoltare le opinioni, anche dure. Ma quello che colpisce è la cattiveria pura che emerge dalle migliaia di post pubblicati e condivisi che non si fermano nemmeno davanti al lutto. Messaggi, a volte, di pura follia. Tra chi si augura che le “maledizioni” lanciate dopo i fatti di Genova colpiscano “tutta la stirpe“, a chi spera che Gilberto Benetton abbia “sofferto“, a chi li definisce “dannati scrocconi“. E c’è, addirittura, chi, alla notizia della morte, si dice pronto a pagare “da bere“. E’ un rancore infinito e, in molti casi, disumano. Non c’è altro termine per descrivere certi messaggi.

Mentre a parlare di “grande imprenditore” è Flavio Briatore, che ha definito Gilberto Benetton “un’altra vittima del ponte Morandi“. Era distrutto per quanto accaduto a Genova. Così ha commentato Briatore. Forse non ha retto allo stress degli ultimi mesi. Ma il ricordo più appassionato è probabilmente quello del governatore del Veneto, Luca Zaia. “Se ne va un grande trevigiano. La famiglia Benetton – ha detto all’Ansa – sin dagli albori della loro storia imprenditoriale ha rappresentato un modo diverso e nuovo di fare impresa. Ha innovato il concetto e i metodi di produzione, ha rivoluzionato vendita e marketing, ha creato nuovi gusti e un nuovo linguaggio pubblicitario. Insieme ai suoi fratelli, Gilberto ha portato nel mondo una nuova immagine del Veneto che, da contadino e artigiano, si è affermato nei diversi continenti con la fantasia dei suoi prodotti e dei suoi colori, la forza dell’organizzazione aziendale e della qualità. Gilberto è stato il primo artefice del gruppo di Ponzano, il braccio finanziario della famiglia, l’appassionato sportivo diventato il mecenate delle squadre della Marca, dal rugby, al volley, al basket: società che negli impianti della Ghirada hanno trovato il quartier generale e costruito il loro vivaio, riuscendo a regalare ai trevigiani e ai veneti, sotto l’egida appunto dei Benetton, grandi emozioni e indimenticate vittorie. Di Gilberto – aggiunge Zaia – ci mancherà l’ampiezza di vedute, insieme a quel suo carattere schivo e riservato, così connaturale alle caratteristiche dei veneti, operosi e refrattari alla luce dei riflettori. Ci mancherà la sua capacità di pensare in grande, di sognare una avventura imprenditoriale che è riuscita a travalicare ogni confine, a imporre il proprio marchio nelle maggiori metropoli del mondo e a proiettare una famiglia e una città di provincia nel panorama dell’economia globale“.

Se non ci fosse stata la tragedia del ponte Morandi a Genova, probabilmente in molti avrebbero rilanciato queste parole e apprezzamenti. I funerali di Gilberto Benetton si svolgeranno oggi alle 11 nel Duomo di Treviso, la città dove l’imprenditore è vissuto e dove si è spento alcuni giorni fa per una polmonite. Gilberto aveva fondato il Gruppo Benetton nel 1965 con i fratelli Luciano, Giuliana e Carlo. Lo scorso 13 luglio, nella stessa chiesa, era stato dato l’ultimo saluto al fratello Carlo. Mentre il 21 febbraio, era stato celebrato il funerale di Fioravante Bertagnin, sposato con la sorella Giuliana.

Gilberto Benetton è stato vicepresidente di Edizione Srl (la finanziaria di famiglia) e di Autogrill. Era consigliere del Gruppo Benetton, di Pirelli & C., Allianz. di Atlantia e Mediobanca. Ma noi vogliamo ricordare anche i successi sportivi, quelli che, probabilmente, gli hanno regalato i momenti più belli ed emozionanti (successi sportivi che avranno reso contento anche qualcuno che oggi in rete si dice felice della sua morte).

Un riconoscimento in particolare: l’Italian Basket Hall of Fame per i successi con la Benetton Pallacanestro Treviso. Gilberto Benetton ne era entrato a far parte dal 2012. E a tutti gli hater lasciamo come risposta le parole del fotografo Oliviero Toscani che ha preso posizione proprio in queste contro l’odio sui social rivolto a Gilberto Benetton: “È gente che dà il peggio di sé e non se ne rende conto. Che li sbattano tutti in galera e che buttino via la chiave”.

Informazioni su Roberto Zarriello 13 Articoli
Giornalista, saggista e docente di Comunicazione digitale e Social Media all’Università Telematica “Pegaso”, dirige il Master in "Editoria e Giornalismo digitale" della Ninja Academy. Ha collaborato con le Cattedre di Organizzazione e Comunicazione degli Uffici Stampa - URP e di Pianificazione Media e Comunicazione dello Sport della Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università “La Sapienza” di Roma. Scrive di comunicazione, internet e nuove tecnologie per l'Huffington Post, coordina l'area Glocal news di Tiscali.it. Collabora dal 2003 con il gruppo Espresso, con cui ha creato il progetto Città 2.0 su Repubblica.it. È fondatore e direttore responsabile del magazine di cultura e innovazione RestoalSud.ite dirige la RestoalSud Academy. Ha pubblicato il volume Penne Digitali 2.0 - Fare informazione online nell’era dei blog e del giornalismo diffuso, edito dal Centro di Documentazione Giornalistica, e Social Media Marketing - Strumenti per i nuovi Comunicatori Digitali, edito da Franco Angeli. Ha ricevuto nel 2015 il Premio Giornalistico Nazionale “Maria Grazia Cutuli” per la categoria “web, editoria digitale”.

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