Il cibo aguzza l’ingegno degli italiani

Secondo il rapporto 2013 sullo spreco domestico realizzato da Knowledge for EXPO, in Italia gettiamo nella “spazzatura” qualcosa come 8,7 miliardi di euro all’anno di cibo, (come due manovre sull’Imu). Questo dato può forse creare sconcerto, soprattutto in considerazione del delicato momento economico che stiamo attraversando, ma non può certo minare l’indiscussa qualità del cibo nostrano.

Ma quali sono ad oggi e strategie innovative che riescono a mantenere costantemente alta la fama degli alimenti italiani? Oltre alle attività già note (percorsi enogastronomici, sagre, fiere, feste tradizionali dedicate), quali sono le nuove azioni intraprese dai referenti del comparto più “appetibile” della nostra economia? Abbiamo selezionato alcuni dei progetti ed eventi gastronomici italiani tra i più originali ed efficaci.

Partendo dall’idea di mettere in rete alcune delle realtà gastronomiche locali più importanti, ecco che prende forma un evento esclusivo: “Una domenica intera da brunch allo spuntino di mezzanotte per incontrare, tutti insieme, alcuni dei protagonisti più interessanti del panorama gastronomico italiano”. È questa la proposta del progetto THIS IS FOOD, organizzato a Roma, che si prefigge l’obiettivo di raccontare le numerose realtà che, oltre a proporre cibo, costruiscono progetti originali e nuovi fatti di creatività.

Food Chocolate Design” è l’interessante progetto nato da Simone Sabaini e Happycentro, che ispirato dal famoso cioccolato di Modica, ha scelto di parlare del gusto con la ‘G’ maiuscola, e non solo attraverso le papille gustative. Il progetto è di fatto un lavoro di sperimentazione collettiva: è cibo, grafica, tradizione, e allo stesso tempo innovazione. Le migliori materie prime sono finite nelle mani degli artigiani del cioccolato, che a loro volta sono entrati nella cucina dei food blogger, i quali si sono affidati ai graphic designer per tradurre in immagini le loro ricette. Da questa contaminazione vicendevole sono nate 16 ricette, 32 poster, 1 libro, 1 alfabeto del gusto.

Segnaliamo tra le iniziative avviate con partner esteri, il progetto “Food Safety Forum in China”. Una delegazione di imprenditori cinesi, impegnati nel settore dell’agroalimentare, visiteranno alcune realtà aziendali dell’Umbria, nel quadro di un progetto sulla sicurezza alimentare (nell’ambito del più ampio programma di cooperazione Ministero degli Esteri, Regioni e Cina). Attraverso tale progetto viene offerto alla Cina il patrimonio gastronomico italiano in termini di “buone pratiche”, ovvero di affidabilità, qualità e tracciabilità del cibo, oltre alle capacità italiane di promuovere i territori locali, avviando attività e canali per rapporti imprenditoriali e di commercializzazione, in una visione integrata anche con la filiera turistica.

Le iniziative commerciali illustrate sono senz’altro originali ed innovative, ma non risolvono una delle criticità croniche del settore agroalimentare italiano: la mancanza di esperti marketing. Ovvero quegli specialisti capaci di analizzare i mercati emergenti e abili nell’attuare strategie di lancio-rilancio dei prodotti made in Italy al di fuori dell’Ue. Se da una parte crescono, anche se di poco, le vendite (la stima per il 2013 è di 132 miliardi di euro, + 1,5% rispetto al 2012) e le esportazioni (26,6 miliardi, + 7,7%), altre voci sono stimate in calo come la produzione (-0,8% nel 2013) e il numero di occupati (404 mila, mille in meno del 2012).

Ecco allora il progetto “Taste” (Tecniche per l’analisi dei consumi e lo sviluppo dell’internazionalizzazione), iniziativa stata lanciata da Sistemi Formativi Confindustria e Federalimentare e finanziata da Fondimpresa, il fondo interprofessionale per la formazione continua di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. Il progetto coinvolge 800 lavoratori provenienti da 104 aziende di cinque Regioni italiane (Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia e Campania), Le imprese tornano insomma tra i banchi di scuola per comprendere l’andamento dei consumi e le abitudini di acquisto dei Paesi in cui c’è maggiore probabilità di diffondere con successo il cibo targato Italia.

Per la diffusione di un prodotto la capillarità distributiva è importante, ma se questa volta è il cibo che va in cerca del suo “cliente”? “Strett food Mobile” è un progetto avviato dall’architetto Andrea Carletti che progetta e noleggia mezzi attrezzati per produrre e portare in giro il buon cibo. Nella stessa direzione lo chef di Senigallia, Mauro Uliassi, genio divenuto itinerante con l’Uliassi Street Good, una bat-mobile dove prepara a prezzi umani fish&chips alla senegalese, chiken wings e mojito frozen. Andare in giro per strada allora, la nuova strategie perseguita non solo dagli chef, ma anche dai molteplici furgoncini Ape attrezzati, dalle associazioni non-profit come “Streetfood.it” che raccoglie, sotto uno strettissimo decalogo, i produttori e promotori del cibo di strada genuino e quasi dimenticato. Una strategia che ribalta le regole del sofisticato food e ci riporta dove tutto nasce.

Un ultima citazione vogliamo farla per l’inziativa del Barilla Center for Food & Nutrition, che attraverso i progetto “Young Earth Solutions”, avvierà una selezione dedicata ai migliori progetti sul tema dell’alimentazione sostenibile. L’iniziativa è rivolta a studenti universitari o ricercatori (sono 15 gli atenei italiani coinvolti), di qualunque facoltà’ e grado ed ha il preciso intento di promuovere lo sviluppo di progetti concreti per affrontare i temi più urgenti nel campo dell’alimentazione sostenibile.

In un mondo ormai proiettato a nuovi modelli alimentari, alle nuove tecniche di coltivazione e conservazione, in un’economia dove si sperimenta l‘active packaging, dove si parla già in modo diffuso di novel food (il famoso GABA) o di functional food (e uova arricchite con omega3), ci siamo fortunatamente ancora noi italiani, decisi a diffondere e sviluppare, ora più che mai, gli intramontabili, sani e gustosi prodotti nostrani.

Informazioni su Gianluigi Mayer 7 Articoli
Operatore allo sviluppo, con esperienza decennale in comunicazione e finanziamenti per l’impresa. Esperto in micro-credito e vicepresidente fondazione Work for World. Collaboratore di alcune testate giornalistiche indipendenti. Appassionato di storia economica e organizzatore amatoriale di eventi e seminari artistico-culturali.

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