Stefano Tempesti: “Ripartire non sarà semplice, ma voglio l’oro e la sesta Olimpiade”

Lo sport è uno degli ambiti che meglio esprime l’eccezionalità della situazione che stiamo vivendo a causa della pandemia. Tutto è fermo, congelato in attesa e nella speranza che il mondo torni alla normalità, a quella quotidianità fatta di allenamenti, fatica, condivisione, sfide, passione. Le società e le istituzioni sportive in questi giorni si interrogano su come portare a termine le stagioni agonistiche interrotte dopo la diffusione globale del virus. Lo slittamento al 2021 delle competizioni per le nazionali e delle Olimpiadi ha aperto uno spiraglio per consentire, presumibilmente in estate, la disputa delle gare mancanti.

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Stefano Tempesti – Ph. Giorgio Scarfi

Tutto naturalmente è subordinato alla garanzia di condizioni di sicurezza per atleti e addetti ai lavori. Il rinvio dei giochi olimpici sposta però di un altro anno la meta sognata da tutti gli atleti. Tra questi, c’è anche chi quel sogno lo insegue ancora, nonostante lo abbia realizzato e vissuto per ben cinque volte. Come Stefano Tempesti, pallanotista, uno dei portieri più forti della storia di questo sport. Toscano di Prato, 41 candeline da spegnere a giugno, Tempesti è uno dei pallanotisti e degli sportivi più vincenti di sempre.

Il suo palmares parla da solo: 14 scudetti, 5 Champions League, 5 Supercoppe europee, 13 coppe Italia, una Lega Adriatica (titoli conquistati con la formazione ligure della Pro Recco), e una coppa delle Coppe, vinta nel 2001 con la calottina della Florentia.

Tempesti ha vinto tantissimo anche in azzurro, difendendo i pali del mitico Settebello e conquistando numerose medaglie, tra le quali spiccano l’oro mondiale (a Shangai nel 2011), l’argento e il bronzo olimpico (rispettivamente Londra 2012 e Rio 2016), l’argento e il bronzo europeo. Una vera leggenda, una carriera straordinaria e longeva.

I grandi campioni si sa, finchè sono al top, non si accontentano mai. Così, a quasi 41 anni Stefano ha deciso di provare a vincere ancora ed entrare nell’Olimpo dello sport mondiale. L’estate scorsa, dopo 16 anni ha lasciato Recco, dove nell’ultima stagione aveva giocato meno, per approdare all’Ortigia di Siracusa, squadra con la quale ha vissuto, fino allo stop forzato delle competizioni, una stagione esaltante, con il secondo posto provvisorio in serie A1 e la qualificazione alla finale di Euro Cup.

Una stagione da titolare ad altissimo livello, nella quale ha dimostrato di essere ancora il numero uno dei numeri uno. Obiettivi? Vincere qualcosa con l’Ortigia ed essere convocato alle Olimpiadi da Sandro Campagna, ct dell’Italia campione del mondo uscente, per agguantare quell’oro olimpico che manca alla sua bacheca. E non solo: la sua sarebbe la sesta Olimpiade consecutiva, un risultato che pochi atleti al mondo hanno raggiunto. Tra questi, il fuoriclasse spagnolo Manuel Estiarte, altro leggendario protagonista della pallanuoto. La pandemia però ha stoppato tutto. Cosa accadrà adesso che questo traguardo è stato spostato di un altro anno, cioè quando Tempesti di anni ne avrà 42? Ci proverà lo stesso o rinuncerà? Lo abbiamo chiesto proprio al portierone toscano.

Stefano, innanzitutto come stai e come stai vivendo questo periodo di stop forzato?

Personalmente sto bene, compatibilmente con la situazione. Cerco di pensare positivo e di guardare un po’ più lontano del momento che stiamo vivendo. Mi alleno tutti i giorni, un po’ con gli spunti che trovo sul web (ad esempio sulla pagina ufficiale del Settebello, dove ci sono i tutorial di Alessandro Amato), un po’ con le conoscenze dettate dall’esperienza che mi permettono di far fronte a questa situazione. Certo noi pallanotisti abbiamo una grossa limitazione, perché a noi per l’allenamento serve l’acqua.

Secondo te, come farà lo sport a ripartire, sia sul piano economico che su quello più squisitamente atletico e agonistico?

Sul piano economico bisognerebbe chiedere a chi se ne occupa, ma credo che la ripartenza non sarà facile. Per quel che riguarda l’aspetto agonistico, il nostro obiettivo è finire la stagione, sia con lo scudetto che con l’Euro Cup. Ci aiuta molto il fatto che siano state spostate le Olimpiadi, perché questo ci permetterà nel periodo estivo di poter concludere campionato e coppa e di programmare al meglio la prossima stagione.

Quanto sarà difficile ripartire dopo due o tre mesi dall’ultimo allenamento?

Sarà omplicatissimo, soprattutto per atleti più evoluti e più anziani come me, perché più stai fermo più tempo impiega la macchina a ripartire, aumentando anche il rischio infortuni. Un conto è ripartire a 20 o a 25 anni, un conto a 40. Per i più giovani cambia poco, io devo gestirmi in maniera certosina. Ci vorrà tanta intelligenza e in questo caso l’esperienza servirà non tanto a parare quanto a evitare di farsi male, perché magari hai tanta voglia di ricominciare, di rimetterti in gioco e rischi che l’entusiasmo possa essere deleterio. Atleta e allenatore devono essere molto attenti e intelligenti nel gestire il rientro.

Lo slittamento delle Olimpiadi allunga di un anno l’attesa e il lavoro. Era un traguardo vicino e ora sembra lontanissimo. Come hai vissuto questa decisione?

Se me lo avessero detto prima che quest’anno non ci sarebbero stati i Giochi, sarebbe stata una tragedia. Vivendo la situazione in tempo reale, invece, è stato diverso, perché mi son detto che non potevo farci nulla, che non dipendeva da me. Io ero a posto con la coscienza, ero tornato a livelli altissimi, in perfetta condizione, stavo bene ed ero pronto ad essere chiamato. Avevo fatto tutto quello che era in mio potere per arrivare in forma. Certo, ora bisognerà rimettersi in gioco.Voglio però cogliere anche l’aspetto positivo.

Cioè?

Ci sarà un’altra stagione da vivere al massimo, stando sotto pressione perché c’è un obiettivo da raggiungere. Questo nuovo traguardo mi darà lo stimolo per non abbassare la guardia. Magari dopo aver centrato l’obiettivo olimpico o una volta passato, nella prossima stagione ci sarebbe potuto essere il rischio di allentare un attimo. Così non potrà succedere. Per me l’obiettivo delle Olimpiadi rimane intatto, anche perché io finché giocherò lo farò ad alti livelli. Sono andato all’Ortigia per fare la storia del club e ci siamo riusciti perchè siamo arrivati già a una storica finale di coppa che, insieme al piazzamento nei primi tre posti della classifica, era il massimo al quale potessimo ambire fino a questo momento. Quella coppa proveremo a vincerla.

Qual è la cosa che ti motiva di più: provare a vincere l’oro olimpico o centrare il record della sesta Olimpiade consecutiva?

Entrambe le cose. Logicamente il primo obiettivo è vincere, poi di conseguenza partecipare significherebbe anche togliersi la soddisfazione personale di entrare in un club molto esclusivo. Ma prima di tutto io voglio vincere. Per adesso comunque è una cosa troppo lontana. Bisognerà rifare tutta la programmazione mentale e fisica, è un percorso molto lungo, devo essere anche intelligente nel gestire il mio fisico affinché possa durare almeno 500 giorni a questi livelli.

Un campione come te, che a quasi 41 anni ha vinto tutto e gioito tanto, dove trova gli stimoli per lavorare ancora e puntare obiettivi importanti? Come si riesce ad avere ancora fame di vittorie?

Gli stimoli te li dà la soddisfazione di trovare una società e un ambiente che credono in te e ti danno fiducia nonostante l’età, che ti apprezzano non solo come campione ma anche come persona. L’Ortigia lo ha fatto e per me ripagare la fiducia che il presidente, l’allenatore e i compagni di squadra hanno riposto in me, è lo stimolo più grande.

Informazioni su Massimiliano Perna 14 Articoli
Massimiliano Perna è autore e giornalista freelance. Siracusano, risiede in Sicilia dopo aver vissuto per molti anni a Milano, si occupa di diritti umani, temi sociali, legalità e ambiente. Ha pubblicato inchieste con diverse testate, tra cui Repubblica, Avvenire, l’Unità, Micromega.net, Liberainformazione, Terre di Mezzo, Altreconomia, L’Isola Possibile, Left, I Siciliani. Ha collaborato con RadioRai1 e Radio Popolare e, per una puntata, ha collaborato con la trasmissione di LA7, Propaganda Live. A febbraio 2019 ha ricevuto una menzione speciale al Premio Nazionale “Giuseppe Fava” Giovani. Ha all'attivo numerose pubblicazioni, tra saggi e antologie, e dirige il sito web di approfondimento e dibattito, www.ilmegafono.org, che ha fondato nel 2006. "57 Quarto Oggiaro" è il suo primo documentario.