Ettore Majorana si sarebbe ucciso nel 1939. L’ultima ipotesi di un mistero lungo 80 anni

Ettore Majorana si sarebbe ucciso nel 1939, un anno dopo la scomparsa. Questa è l’ultima ipotesi formulata da due professori di fisica, Francesco Guerra e Nadia Robotti, dopo 20 anni di ricerche e basata sull’analisi di una lettera di Giovannino Gentile. Qui l’audio dell’intervista rilasciata dai due fisici a Repubblica. Majorana è scomparso nel nulla più di 80 anni fa. Un mistero che, ancora oggi, continua ad affascinare perché sulle sorti del fisico sono state formulate decine di ipotesi ma nessuna definitiva.

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L’unico dato certo è che la notte del 27 marzo del 1938 Majorana doveva prendere un piroscafo che lo avrebbe portato da Palermo a Napoli. In una lettera all’amico Antonio Carelli sembrava volesse suicidarsi, ma una successiva lettera smentiva la prima. Anche una lettera diretta ai suoi familiari, in cui chiedeva loro di non vestirsi di nero per il lutto, faceva però propendere per l’ipotesi del suicidio.

Era sicuramente un genio dall’esistenza tormentata. Ancora oggi le sue teorie sono studiate dai fisici di tutto il mondo. Il più silenzioso tra i Ragazzi di via Panisperna, gruppo di fisici che ruotavano attorno alla figura di Enrico Fermi, era anche quello che aveva realizzato le teorie più all’avanguardia, soprattutto nel campo della fisica nucleare e della meccanica quantistica.

Nonostante le lettere, l’ipotesi del suicidio per molti non reggeva: Ettore Majorana avrebbe infatti prelevato un’ingente quantità di denaro la sera della sua scomparsa. Le indagini si sono quindi concentrate su un allontanamento volontario.

C’è chi disse di averlo visto in Germania, chi in Argentina, altri in Venezuela. L’ipotesi più suggestiva, scritta da Leonardo Sciascia nel libro “La scomparsa di Majorana“, lo vede rifugiato in un convento. In ogni caso, molte ipotesi convergono su un fatto: Ettore Majorana si sarebbe reso conto delle conseguenze distruttive delle sue scoperte sull’atomo (che sarebbero poi diventate base fondamentale per la costruzione della bomba atomica) e sarebbe scomparso, o si sarebbe suicidato, per questo motivo.

Di seguito le varie ipotesi formulate sulla scomparsa di Majorana:

1) In Germania
Una prima ipotesi suppone che Majorana sia tornato in Germania, dove era stato per un primo soggiorno nel 1933, per mettere le sue conoscenze a disposizione del Terzo Reich.

2) In Argentina
Una seconda ipotesi sembra portare, negli anni Settanta, le tracce di Majorana in Argentina, a Buenos Aires, dove potrebbe essere emigrato alla fine della Seconda guerra mondiale, dopo il soggiorno in Germania. Portano a questa pista le testimonianze e i documenti raccolti da Erasmo Recami nel volume Il caso Majorana (Di Renzo Editore, 2011).

3) La pista di Sciascia: il ritiro monastico
Una terza ipotesi, sposata da Leonardo Sciascia nel volume La scomparsa di Majorana (1975) — e ripresa anche da Alfredo Ravelli in Il dito di Dio (2014) —, vede il fisico ritirato a vita monastica nella Certosa di Serra San Bruno in Calabria per fuggire dal mondo e dai terribili destini che una tale mente potrebbe aver letto nel futuro della scienza.

4) Senzatetto in Sicilia
Intorno agli anni Settanta inizia ad emergere una quarta possibilità: Majorana si trovava in Sicilia, nei panni di un tale Tommaso Lipari, un senzatetto che si aggirava per le strade di Mazara del Vallo, morto il 9 luglio del 1973. Vari elementi sembrano avvalorare l’ipotesi: il senzatetto aveva eccellenti doti matematiche e fisiche e aiutava i ragazzi del paese a risolvere i compiti scolastici; aveva un bastone con incisa la data di nascita di Ettore Majorana, 5 agosto 1906, e una cicatrice sulla mano, proprio come quella del fisico. Un abitante di Mazara del Vallo, Edoardo Romeo, sosteneva che Lipari gli avesse confessato di essere Majorana. Il caso venne riaperto nel 1988 dall’allora procuratore di Marsala, Paolo Borsellino che, grazie ad un confronto calligrafico, smentì l’ipotesi.

5) Il suicidio
L’eventualità del suicidio, adombrata nelle ultime lettere spedite da Majorana ai familiari e all’amico Antonio Carrelli, sembra smentita dall’ultima missiva spedita a quest’ultimo da Palermo il 26 marzo 1938: «Il mare mi ha rifiutato e ritornerò domani…». Non seguono ulteriori comunicazioni e di Majorana si perde ogni traccia. L’ipotesi del suicidio sembrerebbe smentita anche dal cospicuo prelievo di denaro e da alcune testimonianze secondo cui il fisico sarebbe stato avvistato a Napoli nei giorni successivi alla scomparsa. Questa ipotesi torna in ballo in base alle ultime scoperte di Francesco Guerra e Nadia Robotti.

6) La congiura dei fisici
Nel 1999 lo storico della matematica Umberto Bartocci, nel volume La scomparsa di Ettore Majorana: un affare di Stato?, aggiunge alle ipotesi fin qui menzionate l’eventualità di un piano maturato nell’ambiente dei fisici frequentato da Majorana per eliminare un pericoloso rivale.

7) La morte in Italia
Stefano Roncoroni, figlio di una cugina di Ettore Majorana e studioso del caso, sostiene che il fisico sia morto in Italia nel 1939, a poco più di un anno dalla scomparsa.

8) In Venezuela
Nel 2008, la trasmissione tv Chi l’ha visto? ha intervistato un’italiano emigrato in Venezuela a metà negli anni Cinquanta, Francesco Fasani, che ha rivelato di aver incontrato Majorana nella città venezuelana di Valencia dove il fisico si nascondeva dietro l’identità di un certo signor Bini: a sostegno della testimonianza portava una fotografia scattata nel 1955 che lo ritraeva a fianco del signor Bini e una cartolina, rinvenuta nell’auto di quest’ultimo, che Quirino Majorana, zio di Ettore e fisico di fama mondiale, spedì nel 1920 all’americano W. G. Conklin. La Procura di Roma, in seguito all’intervista, ha affidato ai carabinieri ulteriori verifiche. Il fascicolo aperto nel 2011 sulla scomparsa del fisico è stato archiviato nel 2015, dopo dalla comparazione tra la fotografia fornita da Francesco Fasani e vecchie immagini di Majorana era emersa una «perfetta sovrapponibilità» dei tratti anatomici: Ettore Majorana tra il 1955 e il 1959 era vivo e si trovava a Valencia, in Venezuela. Da qui partel’indagine condotta dai giornalisti Giuseppe Borello, Lorenzo Giroffi e Andrea Sceresini e raccontata nel volume La seconda vita di Majorana.

9) A Roma
Nel 2015 un testimone anonimo ha riferito all’Ansa di aver incontrato a Roma Ettore Majorana nel 1981 insieme a monsignor Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas romana.

Tante ipotesi, alcune suggestive, altre verosimili, ma nessuna che abbia trovato delle prove inconfutabili. Qualcuno sostiene addirittura che sia scomparso nel futuro. Il mistero sulla fine di Majorana continua.

Informazioni su Marco Blaset 150 Articoli
Giornalista economico della Federazione Svizzera e Direttore di Outsider News.

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