Da Edgard Allan Poe ai giorni nostri il giallo ha sempre appassionato generazioni di lettori. Un genere che non conosce crisi e che negli ultimi decenni ha beneficiato del crescente interesse di cinema e televisione che sempre più spesso investono in produzioni nate da gialli di successo.
Tutto comincia un giorno a Parigi con “I delitti della Rue Morgue” (The Murders in the Rue Morgue) di Edgard Allan Poe, considerato il primo racconto poliziesco nella storia della letteratura cui ne seguiranno altri due, sempre con il personaggio Auguste Dupin che risolve i crimini grazie al suo infallibile fiuto. I Delitti della Rue Morgue venne pubblicato per la prima volta il 20 aprile 1841, data che tradizionalmente segna la nascita del genere. Al modello Dupin si sono ispirati quasi tutti gli autori top del settore negli anni successivi, primo tra tutti Arthur Conan Doyle con Sherlock Holmes, protagonista del romanzo Uno studio in rosso del 1887.
Facciamo un salto in avanti, senza trascurare altri talentuosi giallisti epocali che hanno impresso la vibrante letteratura che oscilla tra logica e psiche, tra cui solo per citarne alcuni Wilkie Collins, Agatha Christie, Rex Stout, Georges Simenon, Raymond Chandler. E arriviamo in Italia. Nel 1929 l’editore Arnoldo Mondadori pubblica la collana I Libri Gialli, ideata da Lorenzo Montano (pseudonimo dello scrittore e poeta veronese Danilo Lebrecht). La caratteristica copertina dei nuovi volumi carichi di suspense, intrighi e delitti è appunto gialla. Da qui, il nostro slang: solo noi italiani usiamo la parola “giallo” per intendere i vari termini che aleggiano nella letteratura del brivido, tra cui thriller, poliziesco, noir, crime. E lo utilizziamo indistintamente per libri, riviste, film, serie tv, canali televisivi e non certo ultimo, per definire truci fatti di cronaca.
Leggere, lettori e lettura. Ma come sta andando in generale il mercato? Meglio, ma non bene.L’ultimo rapporto statistico di Nielsen per AIE (Associazione Italiana Editori), dello scorso dicembre, attesta una sia pur leggera ripresa. Il fatturato complessivo del libro nuovo sale nel 2016a quota 2,530 miliardi di euro, con una crescita del +0,2% sull’anno precedente. Un dato positivo, ma non ancora rassicurante se si confrontano le cifre con quelle del 2011, quando il fatturato era di 3,1miliardi.
Ma nell’analisi di Nielsen si scopre che, nella variegata panoramica cartacea e digitale, solo per i piccoli editori le cose vanno oggettivamente bene. Non solo è cresciuto il loro fatturato complessivo – da 289milioni e 259mila euro nel 2015 a 311 milioni e 193mila euro nel 2016, un aumento del 7,6 per cento – ma è anche aumentato il numero di copie vendute: dai 17 milioni e 904mila del 2015 ai 18 milioni e 956mila del 2016
Interessante notare che, la crescita delle piccole case editrici, è dovuta anche a un genere letterario specifico, secondo i dati Nielsen: il numero di thriller venduti nel 2016 è cresciuto dell’1,43 per cento rispetto al 2015.
Numeri che confermano una tendenza nella nostra società sotto agli occhi di tutti, tra fiction, programmi televisivi ad hoc, magazine, libri siamo in un giallo-moment.La letteratura del brivido sta conquistando sempre più il pubblico,soprattutto intellettuali e pseudo tali ritenuti, tradizionalmente, i maggiori fan del genere. Ricordo che il sociologo francese Raymond Aron espresse in L’Oppio degli Intellettuali (1955): “Romanzo giallo: intruglio non sgradito agli intellettuali, anche ai più geniali”. E anni prima il prolifico autore britannico Gilbert Keith Cherston scrisse: “L’essenza del giallo consiste nell’imbattersi in fenomeni visibili la cui spiegazione è nascosta; e questa, se ci si riflette bene, è l’essenza di ogni filosofia”.
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